MySpace ha annunciato tagli a quasi un terzo dell’organico negli Usa, pari a circa 400 posti di lavoro.
Superato da Facebook come numero di utenti, l’ex gioiello del magnate australiano Rupert Murdoch, si trova costretto a licenziare il 30% dei dipendenti.
Gli Stati Uniti erano ancora ultima speranza per MySpace, da tempo battuto da Facebook per numero di utenti mondiali (307 contro 123 milioni). MySpace che occupa un secondo posto traballante nella classifica, ha già ha il fiato sul collo di Twitter, un altro social media che, come Facebook, sta correndo tantissimo in questo periodo.
Stando ai dati Nielsen diminuisce anche il tempo medio che gli utenti trascorrono sulle pagine di MySpace, mentre cresce per gli altri social network, tanto che si stima che anche i ricavi siano in calo: saranno 520 milioni di dollari nel 2009, contro i 605 del 2008. Nonostante ciò, ancora oggi, MySpace ricava molto più di Facebook. Il problema è che MySpace ha fatto crescere molto i propri costi, arrivando a 1.500 dipendenti.
Considerando la crescita di Facebook, dove la pubblicità mira meglio il target di utenza coinvolto, il calo di MySpace non si può quindi attribuire solo alla crisi in atto. Un’altra ragione si può individuare nella specificità del social network , rispetto al portale.
Inoltre MySpace è ormai, per quanto suoni strano, un “old media” e, come tale, appesantito da un’eccessiva burocrazia. Dunque più lento. Owen Van Natta, amministratore delegato, ha commentato i licenziamenti dicendo che permetteranno all’azienda di tornare più snella e rapida nelle decisioni, con lo spirito da start up d’un tempo.
«Certo è che per ora i licenziamenti sono una misura d’emergenza per rispondere al calo dei ricavi», ha replicato Debrah Williamson, analista di eMarketer, uno dei più autorevoli osservatori di ricerca «e per affrontare le sfide dure dei prossimi mesi».
Bisognerà aspettare la metà del 2010, anno in cui scadrà il contratto pubblicitario da 900 milioni di dollari con Google, per capire che fine farà il buon vecchio MySpace.