Formalmente la chiamano imposizione di “abiti modesti”. In realtà è un modo per obbligare le donne ad indossare il velo. Solo che, stavolta, Hamas non ha fatto i conti con le avvocatesse palestinesi, che di velarsi nelle aule di tribunale, non ne vogliono assolutamente sapere.
E a Gaza, di conseguenza, divampa la protesta contro la decisione del sistema giudiziario di Hamas di imporre “abiti modesti” alle avvocatesse.
Per l’organizzazione per i diritti civili Pchr-Gaza, infatti, «Si tratta di una discriminazione contro le donne e un attacco alla libertà personale»
All’origine della vicenda una disposizione del giudice della Corte Suprema di Gaza Abdel Rauf al-Halabi che impone, a partire dal primo settembre, particolari “divise” per gli avvocati maschi e femmine, da indossarsi nei tribunali.
I primi dovranno comparire con abiti scuri, una camicia bianca e una cravatta nera; le seconde con un abito scuro e un velo (hijab).
Pchr-Gaza rileva che le autorità giudiziarie di Gaza, legate a Hamas, non sono abilitate ad imporre alcun tipo di “divise”, che oltre tutto, aggiunge, accrescono la separazione fra Gaza e Cisgiordania.
Diversi abitanti di Gaza, inoltre, hanno fatto notare che, nelle ultime settimane, la polizia di Hamas ha cercato di imporre “comportamenti modesti” anche ai bagnanti sulla spiaggia.