Sale ancora la tensione tra Usa e Israele. Il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, ha oggi respinto seccamente la richiesta di Washington di bloccare un progetto edile a Gerusalemme est. «Non possiamo accettare l’idea che gli israeliani – ha detto in riunione del Consiglio dei ministri settimanale – non abbiano il diritto di costruire o vivere a Gerusalemme est. Non possiamo accettare restrizioni».
La questione, che riguarda un progetto residenziale nel distretto di Sheikh Jarrah, in un grande immobile disabitato sede l’ex Shepherd Hotel costruito dal milionario americano Irving Moskowitz, alimenta i motivi di tensione gia esistenti tra i due paesi sulla questione degli insediamenti in Cisgiordania.
«Gerusalemme unificata – ha detto Netanyahu – è la capitale del popolo ebraico e dello Stato di Israele. La nostra sovranità lì è fuori questione». Il progetto aveva già ricevuto il via libera dal comune di Gerusalemme tre mesi fa. Secondo quanto riferito da fonti israeliane, il governo Usa avrebbe convocato nei giorni scorsi l’ambasciatore israeliano a Washington, Michael Oren, per comunicargli che la ristrutturazione doveva essere bloccata.
Intanto il segretario alla Difesa Usa, Robert Gates, ha reso noto che andrà a Israele il 27 luglio per colloqui sulla questione nucleare in Iran e, naturalmente, anche per affrontare nuovamente l’argomento della pace in Medio Oriente. Gates incontrerà il premier Netanyahu e il ministro della Difesa Ehud Barak e si trasferirà subito dopo in Giordania. Sul fronte dei colloqui mediorientali oggi è intervenuto il premier palestinese, Salam Fayyad, che ha rinnovato l’appello agli Usa di «presentare un piano e un calendario che contribuiscano a porre fine agli insediamenti di Israele in Cisgiordania e alle loro offensive e che porti all’avvio di seri negoziati».
Anche la reazione palestinese non si è fatta attendere. «Non ci sarà mai la pace fra israeliani e palestinesi se Gerusalemme est non sarà la capitale del futuro Stato», ha detto alla stampa il negoziatore capo palestinese, Saeb Erekat, replicando alle dichiarazioni odierne del premier israeliano, Benyamin Netanyahu.
Commentando il sostegno del premier alla realizzazione di un progetto edile per ebrei al posto delle edificio dell’Hotel Sheperd, Erekat ha notato che le sue parole «aggiungono ostacoli» negli sforzi per la ricerca di intese israelo-palestinesi. Compito del premier israeliano, a suo parere, dovrebbe essere «di preparare il popolo israeliano alla pace, non di rilasciare dichiarazioni populistiche».