Arrivano a milioni e sono più pericolose del solito. Il pericolo vero, però, sta nel fatto che le meduse potrebbero trovarsi bene e decidere di rimanere mettendo in ginocchio il turismo balneare.
Le meduse, nel mediterraneo, ci sono sempre state. Ma quello che preoccupa, quest’anno, è il numero e la presenza di specie pericolose. Innanzitutto, sono arrivate molto prima del previsto, e poi sono molto più del solito. Non preoccupano particolarmente le microscopiche “Barchette di San Pietro”, tra i due e i sette centimetri di diametro, avvistate in Corsica e considerate poco urticanti dagli esperti.
Ben diverso il caso delle “Caravelle Portoghesi”, Physalia Physalis, arrivate nel mediterraneo da Gibilterra e già responsabili dell’aggressione ad un bagnino, Fabio Melani, sulla costa livornese.
La cosa che preoccupa di più gli esperti non è l’arrivo delle Caravelle, quanto, piuttosto il fatto che, complice il riscaldamento delle acque ed il calo dei predatori naturali, possa stabilizzarsi e riprodursi nelle nostre acque. Secondo l’Ente Nazionale Protezione Animali di Savona l’aumento esponenziale delle meduse sarebbe proprio da attribuire al calo di tonni e pescespada. Anche perchè, osserva l’Enpa, “Le stesse meduse catturano piccoli pesci, innescando un circuito che porta al progressivo spopolamento del mare” Le meduse, contrariamente a quanto sostengono gli ottimisti, non sarebbero la dimostrazione di un mare pulito, ma di un mare vuoto dove la popolazione specie come il pesce spada si è ridotta del 90%.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche l’Istituto di scienze marine di Barcellona secondo cui l’unica strategia efficace per difendersi dall’invasione è mettere dei seri limiti alla pesca e azionare i depuratori.
Intanto la speranza anti-caravella è legata alle piogge. Abbondanti precipitazioni, infatti, favorirebbero la formazione di un muro d’acqua fredda che impedirebbe alle meduse killer di stabilirsi nelle nostre acque.