MEDVEDEV ATTACCA GLI USA PER LA CRISI DEI MERCATI

Il presidente russo Dmitri Medvedev ha aperto ufficialmente il Forum economico di San Pietroburgo, arrivato alla 12.ma edizione, con un discorso contro i protezionismi da parte degli stati e una stoccata al ruolo eccessivo degli Stati Uniti nell’economia globale.

"Nel mondo si manifestano sempre più evidentemente le conseguenze del conflitto fra globalizzazione e protezionismo. Alcuni paesi vogliono proteggere la propria sovranità economica, ottenendo il massimo vantaggio per i propri cittadini, senza dividere i vantaggi coi vicini. L’egoismo economico è in crescita".

Quanto agli Usa, "il loro ruolo formale nel sistema economico mondiale non corrisponde alle loro reali possibilità, e questo é una delle cause della crisi globale corrente. Per quanto sia grande il mercato americano e per quando sia sicuro il sistema finanziario, non sono in grado di sostituire i mercati finanziari e commercial globali". "Nel mondo si manifestano sempre più evidentemente le conseguenze del conflitto fra globalizzazione e protezionismo" ha proseguito Medvedev. "Alcuni paesi vogliono proteggere la propria sovranità economica – ha rilevato il presidente russo – ottenendo il massimo vantaggio per i propri cittadini, senza dividere i vantaggi coi vicini. L’egoismo economico è in crescita". Riferendosi all’emergenza mondiale alimentare, il presidente russo, Dmitri Medvedev, ha detto che l’Onu dovrebbe servire come base per colloqui globali.

I prezzi del greggio, volati ieri al record storico di quasi 140 dollari al barile, sono uno choc per l’economia americana, ma non c’é crisi petrolifera all’orizzonte. Lo afferma il segretario Usa all’Energia, Sam Bodman, invitando i governi ad evitare di erogare sovvenzioni "che alterano il mercato". Bodman, a Aomori nel nord del Giappone, dove sono iniziati i lavori dei ministri dei G8 dell’Energia, ammette che gli Stati Uniti "hanno difficoltà sul piano economico". Una situazione che non "é un bene per gli altri Paesi: gli Usa – osserva – sono un motore fondamentale dell’economia mondiale".

Il petrolio ha superato ieri i 139 dollari al barile, per poi  chiudere poi a 138,44. In 24 ore il greggio ha guadagnato 10,75 dollari a New York, l’aumento giornaliero più elevato di sempre. A picco le Borse: il petrolio e il dato sulla disoccupazione, salita in America al 5,5% a maggio, hanno  affondato Wall Street: il Dow Jones ha perso il 3,27%, il Nasdaq il 2,96%. Venerdì nero anche sulle piazze europee, che hanno  bruciato 148,6 miliardi di euro.

Published by
admin