Milano piace sempre di più. Ai mafiosi. Che vedono nel motore economico d’Italia una miniera di opportunità per riciclare denaro sporco.
I calabresi della ‘ndrangheta ormai si sono inseriti in pianta stabile non solo nel controllo delle attività illecite, ma prosperano (e ripuliscono soldi) nelle attività lecite grazie “ad una maggiore predisposizione degli ambienti economici, amministrativi e finanziari ad avvalersi dei rapporti che si instaurano con l’ambiente criminale” spiega il Pm antimafia Roberto Pennisi. E questo succede “soprattutto nei settori delle opere pubbliche, dell’edilizia, dei mercati e della circolazione del denaro.
Storico partner delle ‘ndrine trasferite a Milano sono i siciliani di Cosa Nostra, con i quali gestiscono il narcotraffico. Ma sotto la Madonnina la droga tira (seconda in Italia con 1247 indagati dietro ai 1440 di Napoli), e di affari ce n’è per tutti. Così i calabresi hanno stabilito proficue “sinergie” anche con le organizzazioni balcaniche e nordafricane. E nessuna ostilità con la mafia russa, che investe nel commercio all’ingrosso e nel lusso.
Nell’allarme lanciato dalla Direzione nazionale antimafia, fa paura quello che potrà succedere per l’Expo 2015. Per questo pool di mafie è una grande occasione, una torta da 4,1 miliardi di euro su cui mettere le mani. Per la città che un tempo era chiamata “la capitale morale” sarà una sfida enorme allestire questa vetrina internazionale rimanendo nei binari della legalità .