Milano/ Il ragazzo marocchino che vuole lavorare all’Atm. Il suo ricorso è stato respinto dal giudice

Maria Gabriella Mennuni, giudice del Tribunale del lavoro di Milano, ha respinto il ricorso presentato contro l’Atm, l’azienda di trasporti milanesi,da Mohamed Hailowa, il marocchino di 18 anni, in cui si lamentava  di non potere essere assunto in base a un decreto regio del 1931 che prevede la cittadinanza italiana o europea per lavorare nelle concessionarie del trasporto pubblico. La motivazione del giudice che rigetta l’istanza «con profondo rincrescimento» è che il ragazzo in realtà non ha mai presentato la domanda di assunzione, ha solo letto sul bando la impossibilità a presentare la domanda a causa della mancanza del requisito della cittadinanza italiana.

Il giudice spiega che manca l’interesse ad agire da parte del giovane marocchino e per il giudice «il contenuto di un bando di concorso non sembra rappresentare un serio ostacolo alla semplice presentazione di una domanda di ammissione». Per il magistrato «solo una volta che sia stata presentata la domanda di partecipazione o ammissione diventa possibile per il giudice l’esame di quell’atto amministrativo presupposto di cui si deduce l’effetto discriminatorio».

L’Atm esprime «soddisfazione» per l’ordinanza del giudice:«Siamo soddisfatti del risultato. Come ampiamente previsto è stato rigettato il ricorso».

Il legale del ragazzo, Alberto Guariso a dichiarato che ora il ragazzo presenterà la domanda per vedere che succede: il legale presenterà anche un reclamo contro la decisione del giudice che «contrasta con alcune sentenza della Corte di giustizia europea. Una volta che l’Atm dichiara in giudizio che non vuole nè può assumerlo – ha chiarito l’avvocato – il giudice deve decidere nel merito, non può tirarsi indietro come ha fatto».

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Lorenzo Briotti