Sono bastate poche tracce di Dna delle vittime sul suo spazzolino da denti. È finita così la libertà di Walter Ellis, 49 anni, ritenuto dagli investigatori statunitensi il nuovo mostro di Milwaukee. In poco più di vent’anni di “attività” il killer ha ucciso 9 donne, tra i 16 e i 41 anni.
Tutte le vittime di Ellis, con l’eccezione di una ragazza aggredita mentre correva nel parco. Un marchio comune, quello dell’assassino che colpiva sempre in luoghi appartati infierendo sulle donne in modo feroce.
La svolta, per la polizia di Milwaukee, è arrivata «grazie alla scienza», come ha spiegato il procuratore distretturale John Chisholm. Il riferimento alla «scienza» si deve alla recente adozione da parte della polizia di una nuova tecnica di esame del Dna – i cui dettagli non sono stati resi pubblici – che consente di ricomporlo anche in presenza di informazioni genetiche davvero minime e in luoghi diversi. Come quelle che si trovavano sullo spazzolino da denti che ha consentito di identificare le generalità dell’assassino.
Ellis, prima dell’arresto, ha fatto resistenza. L’uomo era già presente negli archivi di polizia ma non era stato collegato all’uccisione delle donne. Ora la città tira un sospiro di sollievo. Milwaukee evoca, inevitabilmente, la storia di un altro serial killer: Jeffrey Dahmer, che tra il 1978 e il 1991 uccise, violentò ed in parte divorò 17 uomini, guadagnandosi l’appellativo di “Cannibale di Milwaukee”.
Non è escluso, che Ellis, con i suoi delitti volesse emulare proprio Dahmer, concentrandosi però sulle donne invece che sugli uomini.
