E’ stata davvero una missione “privata“, come ha affermato a piu’ riprese la Casa Bianca, quella che ha consentito a Bill Clinton di riportare in patria sane e salve Laura Ling e Euna Lee, le due giornaliste statunitensi condannate ai lavori forzati in Corea del Nord?
Quanto meno, privato era il mezzo di trasporto utilizzato per il salvataggio. Si è trattato infatti non di un aereo militare o comunque di Stato, bensì di un Boeing 737 di proprieta’ della ‘Avjet’, compagnia di voli charter che dispone di quell’unico jet, controllata dal multi-miliardario californiano Steve Bing, produttore cinematografico nonche’ magnate del mattone.
Bing e’ inoltre intimo di Clinton e, quando ha saputo dell’impresa nella quale stava per imbarcarsi il suo vecchio amico, non ha esitato: gli ha prestato l’aereo. Non solo: il ‘Paperone’ tanto legato all’ex presidente Usa, da sempre sostenitore del Partito Democratico, si accollera’ per intero gli oneri del viaggio, stimati in non meno di 200.000 dollari complessivi, pari a poco meno di 140.000 euro.
Far volare il 737 costa infatti 6.000 dollari l’ora: per raggiungere Pyongyang via Alaska e Giappone, dove sono stati effettuati scali tecnici in basi militari Usa, e ritornare poi al quartier generale della compagnia in California, di ore ne sono occorse 25 circa, per un costo non inferiore ai 150.000 dollari; a tale somma ne vanno poi aggiunti almeno altri 50.000 per ‘supplementi’ come tasse di atterraggio, satellitari e, naturalmente, generi di conforto a bordo.
Insomma, alla Casa Bianca la missione di Bill non è costata un centesimo.
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