Hanno passato parte della mattinata nella tenda, perché sulla zona stava piovendo, ma appena passato il cattivo tempo, Walter e Simon si sono messi in movimento e hanno ripreso a scalare.
I due italiani hanno superato un salto di 150 metri di roccia, in linea verticale rispetto alla posizione della loro tenda. "I due alpinisti hanno smontato la tenda – riferiscono dal centro operativo di Bergamo che sta coordinando i soccorsi – e ora stanno salendo spediti. La neve sembra buona e il tempo lassù è bello. Hanno già superato un dislivello di circa 150 metri. Tra poco dovrebbero uscire sulla sella e iniziare la discesa".
"Probabilmente sono riusciti a recuperare il sacchetto lanciato con l’elicottero questa mattina, perché procedono molto rapidamente, e credo si siano rifocillati e idratati con le scorte di viveri" spera Da Polenza in un’intervista telefonica di Sky Tg24, che conclude: "Se hanno recuperato il cibo, dovrebbero avere anche il telefono e se riescono a salire in vetta potrebbero riuscire ad utilizzarlo".
L’obiettivo dei soccorritori sarebbe quello di far scendere di qualche centinaio di metri i due alpinisti, fino al punto in cui è avvenuto l’incidente di Karl Unterkircher, così da recuperarli con l’elicottero, che non può salire oltre quota 6.500 metri.
Rashid Ahmad, portavoce del tour operator Hushe Treks and Tour, che aveva organizzato la scalata, ha aggiunto che se il tempo migliorerà nuovamente nel tardo pomeriggio si tenterà di far partire un altro volo. "Altrimenti l’operazione dovrà essere rinviata fino a domani".
La mattinata. Durante la mattinata, dopo averli visti sotto la sella del ghiacciaio Bazin, l’elicottero ha lanciato una sacca con un telefono satellitare e alcuni viveri e gas, a poche decine di metri dalla posizione dove si trovano Walter e Simone. "Non abbiamo stabilito un contatto telefonico" ha spiegato Agostino Da Polenza, direttore del comitato Everest K2 CNR, che sta coordinando l’operazione dal centro operativo di Bergamo, in stretto contatto con i soccorritori.
Il primo lancio. Da Polenza ha raccontato: "Un primo lancio è andato perso perchè l’elicottero, a causa dell’aria rarefatta, ha dovuto volare troppo velocemente. L’aeromobile è tornato al campo base dove è stato completamente svuotato". Quindi, dopo un’ora, il velivolo è tornato in quota con solo i piloti a bordo, ed è riuscito a lanciare "un sacchetto con viveri e con un telefono satellitare in prossimità dei due alpinisti".
Nessuna comunicazione. "Purtroppo per il momento non siamo riusciti a parlare con loro – spiega Agostino Da Polenza – forse il telefono si è rotto nel lancio, o forse è andato perso in un crepaccio" suppone il coordinatore. Oppure in quel punto non c’è copertura del satellite, ipotizzano dall’Italia.
La storia. Simon Kehrer, 29 anni di San Vigilio di Marebbe (Alto Adige), e l’appuntato dei carabinieri Walter Nones, 36 anni di Cavalese in val di Fiemme (Trentino), sono da quattro giorni soli sulla parete Rakhiot della "montagna maledetta", a circa 7mila metri di altitudine, dopo che il capo della spedizione Karl Unterkircher è precipitato in un crepaccio. La spedizione era stata organizzata per trovare una nuova via per la scalata del Nanga Prabat.