Potrebbe essere stato registrato, e quindi trovarsi tra i diversi fotogrammi intrappolati dall’occhio elettronico della telecamera, il volto dell’assassino di Elvira Monguzzi, la pensionata di 79 anni uccisa nel suo appartamento nel centro di Monza. Un particolare sul quale al momento gli inquirenti non ritengono di dovere per ora fornire ulteriori rivelazioni.
Le indagini puntato, per il momento, sul fratello della vittima: Emiliano, è il solo iscritto nel registro degli indagati. A incastraro alcune macchie rosse, probabilmente sangue, trovate sui suoi pantaloni. Macchie che potrebbe essersi procurato avvicinandosi al corpo della sorella e costatandone il decesso, sostiene chi lo difende. Saranno i laboratori del Ris di Parma a fornire la prova scientifica, mentre si continua a indagare sull’orario e sulla dinamica dell’omicidio avvenuto mercoledì scorso.
Secondo l’autopsia la morte non sarebbe stata determinata dalle profonde ferite alla testa, ma l’anziana sarebbe stata soffocata. Da chiarire resta anche il movente del delitto: dall’appartamento della donna mancano solo 300 euro e il ladro avrebbe lasciato tutto in ordine. Elementi che fanno escludere agli investigatori la pista della rapina e propendere per un omicidio “familiare”: la vittima ha infatti aperto la porta al suo assassino.
