Ancora una giornata di lutto nel mondo del lavoro, le vittime oggi sono state tre: due carpentieri precipitati insieme all’impalcatura alta venti metri a Settimo Milanese e un altro operaio vittima anche lui di una caduta a Termini Imerese. Le stragi sul lavoro continuano. Contro lo “stillicidio” delle morti bianche, le organizzazioni sindacali Fim, Fiom e Uilm dei lavoratori metalmeccanici hanno proclamato un’ora di sciopero martedì prossimo. Di fronte al ripetersi delle tragedie, “al di là delle parole si impongono atti concreti”, afferma il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.
Un terzo operaio in coma. E il bilancio dell’incidente sul lavoro alle porte di Milano, potrebbe aggravarsi nelle prossime ore. Un terzo operaio, 38 anni, di origini egiziane come le altre due vittime, è in coma. Ferito in maniera non grave un quarto connazionale. L’incidente è avvenuto intorno alle 11 nella frazione di Vighignolo. Stavano smontando un ponteggio sulla facciata di un edificio di sei piani. Erano al piano più alto quando i tubi innocenti montati nella parte centrale dell’impalcatura, tra il quarto e il sesto piano, hanno ceduto di schianto; l’impalcatura si è avvolta su se stessa spingendo i tre operai nel vuoto da un’altezza di venti metri. Due carpentieri sono morti sul colpo; avevano 27 e 28 anni. Il terzo, ferito gravemente, è stato ricoverato all’Humanitas di Rozzano.
Il cantiere è stato posto sotto sequestro dal magistrato. Interrogati i tecnici della Eco Ponteggi di Cassano d’Adda a cui era affidata in subappalto l’allestimento del ponteggio e i responsabili della Delta di Nerviano che stava costruendo il caseggiato. All’origine della disgrazia forse un errore nei calcoli dell’impalcatura.
Muore l’ultimo giorno di lavoro. Da Nord a Sud, da Milano a Palermo, la cronaca degli infortuni non cambia. Nel suo ultimo giorno di lavoro nella centrale Enel di Termini Imerese, alle 9 è caduto da un’impalcatura alta poco meno di tre metri. Così è morto Domenico Cagnina, operaio di 44 anni originario di Trabia. E’ morto davanti al figlio che lavorava con lui alla manutenzione della cosiddetta pompa di alimento della centrale. A terra è stato trovato un casco, ma non è certo che la vittima lo indossasse al momento della caduta.
Grave infortunio anche all’Idroscalo. In coma anche un operaio italiano di 55 anni, caduto anch’egli da un ponteggio all’Idroscalo di Milano. E’ stato ricoverato all’ospedale San Raffaele. L’incidente sul lavoro è avvenuto verso le 11, quasi contemporanemente alla sciagura del ponteggio a Settimo Milanese.
Sicilia in lutto. Oggi, in tutta la Sicilia è una giornata di lutto per ricordare le morti bianche e la tragedia nel depuratore comunale di Mineo. Oggi le autopsie sulle sei persone morte nell’incidente di mercoledì; forse già domani i primi risultati. Cgil, Cisl e Uil hanno organizzato un sit-in con veglia di preghiera a Catania.
Strage del depuratore, sette indagati. Per la strage di Mineo, il procuratore di Caltagirone Onofrio Lo Re ha iscritto nel registro degli indagati sette persone: il sindaco; quattro assessori; il capo dell’ufficio tecnico di Mineo e il titolare della ditta Carfì di Ragusa. Esclusa che gli operai siano stati folgarati da una scarica elettrica, così com’era stato ipotizzato subito dopo l’incidente, sembra certo che le sei vittime siano morte per una sottovalutazione dell’intervento di manutenzione che si stava eseguendo, uccisi dalle letali esalazioni di gas metano e idrogeno solforoso sprigionate dai fanghi in quella vasca di fermentazione.
Schifani: “Serve impegno bipartisan”. “Questo continuo stillicidio – ha detto il presidente del Senato Renato Schifani – stimolerà il mondo politico tutto, di maggioranza e di opposizione, ad individuare regole comuni ma nello stesso tempo affettuare un richiamo che vuol essere anche culturale nei confronti di tutto il mondo del lavoro. Occorre verificare – insiste Schifani – se nel mondo operaio, non solo in quello imprenditoriale, ci sia la consapevolezza che applicare e rispettare le regole di sicurezza è un bene per tutti”.
Sacconi: presto emendamento. Il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi ieri ha incontrato imprenditori e sindacati per definire un piano straordinario sulla sicurezza, ma l’accordo sembra ancora lontano: “Il piano – ha dichiarato il ministro – deve essere definito tra le parti sociali in tempi molto brevi, alcuni aspetti saranno più tempestivi, per altri ci vorranno tempi più lunghi. Quindici organizzazioni imprenditoriali hanno criticato il Testo Unico varato dal precedente governo, abbiamo ereditato una situazione lacerata”. Viste le premesse, il risultato tarderà ad arrivare. Il governo presenterà comunque un emendamento al pacchetto sicurezza per introdurre una corsia preferenziale ai processi per violazione delle norme.
