Le cure tradizionali non davano i risultati sperati e per questo i genitori di un bambino di 6 anni di Cavalese, nella Val di Fiemme, in provincia di Trento, malato di fibrosi cistica decisero di ricorrere a una cura alternativa, quella ayurvedica, sospendendo l’altra.
Nel giro di nove mesi, però, nel giugno 2006, il ragazzino è morto e ora la pm della Procura felsinea, Antonella Scandellari, ha chiesto il rinvio a giudizio per omicidio colposo per il medico ayurvedico, Guido Sartori, 52 anni. Secondo il consulente del pm il ragazzino avrebbe potuto vivere anche fino a 30 anni se avesse proseguito la cura tradizionale che invece gli era stata sospesa. Sortori però ha negato di aver consigliato ai genitori di sospenderla. A lui la famiglia era giunta su consiglio della farmacista del paese che aveva sentito parlare di questo specialista.
Dal settembre 2005 così i due genitori fecero seguire la cura ayurvedica e non portarono più il figlio nel centro specialistico di Verona che lo aveva in cura sin dalla nascita. Il ragazzino morì mentre si trovava in vacanza al mare nelle Marche. A nulla servì l’ultimo disperato tentativo dei genitori di portarlo in ospedale dove giunse morto. Nell’ultimo periodo le sue condizioni erano molto peggiorate. A sporgere denuncia, facendo partire l’inchiesta, fu la sorella del padre del bambino.
