Giovedì e venerdì scorsi, nuovi cruenti combattimenti tra l’esercito e gli uomini delle forze Kokang hanno causato la morte di 30 soldati birmani e almeno 50 catturati dai ribelli. Ma gli scontri potrebbero continuare ancora per molto.
Non solo, ma le violenze stanno causando un flusso ininterrotto di decine di migliaia di profughi civili che anche in queste ore fuggono dalle bombe e dal terrore attraversando il confine nel comune di Nansan, cercando riparo nella vicina provincia sud-occidentale cinese dello Yunnan.
I motivi di questa guerra sono di interesse politico. Sia i media cinesi che i gruppi cinesi in esilio in Myanmar hanno dichiarato che i combattimenti sono iniziati dopo che l’esercito birmano, alleato con gruppi locali, ha preso il controllo delle strutture gestite dalle forze armate Kokang, anche conosciute come il Myanmar Army National Democratic Alliance (MNDAA), stabilite a Laogai, capitale dello stato di Shan.
Il governo birmano ha iniziato a schierare l’esercito per reclutare con la forza alcuni combattenti ribelli Kokang, perché si unissero all’esercito birmano di confine. L’obiettivo reale, come testimoniato dagli stessi uomini delle forze Kokang, era e rimane ancora adesso quello di disarmare questi gruppi di ribelli di etnia cinese e neutralizzarne la forza in vista delle elezioni del 2010.
La gente delle terre colpite dai combattimenti racconta che nei giorni scorsi tutte le città del nord est del Myanmar si sono trasformate in città fantasma, dove rimbombavano ovunque spari e cannonate e dove la gente, terrorizzata, scappava via cercando rifugio nella vicina Cina.
Dal canto suo il governo Cinese ha chiesto all’esercito del Myanmar di mantenere la stabilità nella regione di confine e ha sollecitato ulteriori misure per proteggere la sicurezza dei diritti dei cittadini cinesi stanziati in Birmania. Per ora la città di Nansan, che è il principale valico tra il Myanmar e la Cina, è stata chiusa e truppe cinesi, armate e nascoste dietro sacchi di sabbia, controllano la situazione, per evitare che i fermenti coinvolgano anche la regione cinese dello Yunnan.
Intanto le autorità cinesi hanno organizzato sette diveri campi per accogliere i profughi che arrivano dal Myanmar: il maggiore di questi campi ospita più di cinque mila persone, che hanno ricevuto cibo, acqua e alloggi temporanei.