La «tarantella» è finita. Il Comune di Napoli, nel caos dopo l'inchiesta legata agli appalti che ha portato in carcere l'imprenditore Romeo, ha una nuova giunta. Il sindaco Rosa Russo Iervolino, dopo una lunga domenica di lavoro, ha annunciato i nomi dei sei nuovi assessori. Gli uomini scelti per il rimpasto sono Enrica Amaturo, professore ordinario di Sociologia, già Preside della facoltà, Paolo Giacomelli, già direttore del settore Igiene Urbana del Comune di Roma, Riccardo Realfonso professore ordinario di Economia Politica all’Università del Sannio, Diego Guida, industriale-editore, Marcello D’Aponte, professore ordinario di Diritto del Lavoro Pubblico presso la Facoltà di Scienze Politiche della Federico II e Pasquale Belfiore, ordinario di Composizione architettonica alla Sun nonchè presidente dell’Inarc Campania.
Il braccio di ferro col Pd campano
Il lungo braccio di ferro tra sindaco e Pd si era inasprito con il gran rifiuto dell’onorevole Francesco Boccia, il parlamentare designato ad essere il nuovo punto di riferimento. Un rifiuto, ha detto Boccia, da mettere in relazione al «mutato clima e alla mancanza delle condizioni politiche che avevano portato alla designazione». Di fronte al nuovo scenario il sindaco Iervolino si era trovata dinanzi ad un bivio: o andare avanti con un minirimpasto della giunta, a dispetto dei suoi alleati, o rilanciare la minaccia di dimissioni che certamente in questo momento avrebbe potuto innescare nuovi problemi nel Pd nazionale. La soluzione, dunque, è stata trovata in serata, con l'annuncio della «quadratura del cerchio».
La fine della «tarantella»
Quella che la Iervolino aveva definito una «tarantella», in verità in questi giorni ha avuto più il sapore di una commedia degli equivoci: da una parte l’ottimismo del sindaco che annunciava la formazione di una giunta condivisa con il Pd e con gli altri alleati, dall’altro il pessimismo del segretario provinciale Gino Nicolais fermo nel ritenere pregiudiziale il cambiamento di quasi tutti gli assessori della giunta precedente con l’unica eccezione per il vicesindaco Sabatino Santangelo e l’assessore alla Legalità, l’ex ministro Luigi Scotti. Quello annunciato dalla Iervolino, alla fine, è stato un "minirimpasto"che ha portato alla sostituzione di sei caselle, e all'uscita di Gennaro Mola, non coinvolto nella maxi-inchiesta sugli appalti.
Il pressing di Rifondazione Comunista
Il confronto con i vertici campani del partito era stato difficile. «Parliamo lingue diverse»: era stato il commento generale fra gli esponenti del Pd e dello stesso onorevole Boccia che in serata ha declinato ufficialmente l’invito ad entrare in giunta. «Non c’è il clima perchè io possa entrare in giunta – ha spiegato- e non sussistono più le condizioni politiche alla mia designazione, che avevo accolto di buon grado, tanto è vero che ho passato le feste di Natale ad esaminare i bilanci del Comune». Nonostante il rifiuto di Boccia e il duro intervento di Rifondazione Comunista, Rosa Iervolino Russo non ha desistito dal tentativo di completare le caselle della nuova giunta e di annunciarla già in serata.
Le ironie del centrodestra
La decisione di rilanciare la giunta di centrosinistra al Comune di Napoli è «accanimento terapeutico», a giudizio di Daniele Capezzone, Pdl, portavoce di Forza Italia, che ha attaccato la Iervolino. «La "nuova" giunta si rivelerà solo un modo per tirare a campare qualche altro mese, senza alcuna reale possibilità di fare qualcosa di utile per la città. Napoli, invece, avrebbe meritato – sostiene l’esponente azzurro – le dimissioni del Sindaco, per velocizzare l’apertura di una fase nuova, in linea con l’azione del Governo nazionale».
