Bottiglie incendiarie sono state lanciate ieri notte all’interno del campo rom di via Dorando Pietri a Ponticelli, quartiere di Napoli dove da sabato, da quando si è verificato un presunto tentativo di rapimento di una bimba di sei mesi da parte di una nomade 16enne, cresce l’intolleranza verso l’insediamento dei rom. Le molotov hanno provocato l’incendio e la distruzione di quattro baracche abbandonate solo da un paio di giorni, da quando le minacce hanno indotto i rom a trasferirsi in un altro campo. Nessuno è rimasto ferito.
Nel rione Ponticelli la situazione è tesa. C’è chi parla di un paio di ceffoni dati a un romeno che ha avuto la disgrazia di incrociare un gruppo di napoletani infuriati; di un motocarro bruciato; di un ragazzo rom accoltellato mentre andava in bici nel quartiere, e di un paio di tentativi di assalto ad altrettante baracche di nomadi.
La ragazzina accusata di tentato sequestro di persona sarà presto ascoltata dal giudice minorile. Durante il primo interrogatorio, ha risposto in maniera evasiva affermando di provenire da un campo rom della zona di San Giovanni a Teduccio, dove però non risulta ci sia un vero campo rom ma solo alcuni sparuti insediamenti. Ha detto pure di essere da sola in Italia. I suoi genitori sarebbero in Romania, ma negli insediamenti di Ponticelli dicono di non conoscerla. Sembra si fosse allontanata dalla comunità qualche giorno fa, dopo che una pattuglia di agenti l’aveva accompagnata perché colpevole di un furto compiuto il 26 aprile scorso.
Il giorno del tentato sequestro, la bambina di sei mesi era in casa con la mamma Flora, 27 anni: "Erano le otto di sera, la bambina era seduta nel seggiolone in cucina, io ero andata in camera. Ho notato la porta di casa aperta; istintivamente ho guardato verso la cucina: la bimba non c’era più. Mi sono precipitata sul pianerottolo e ho visto quella ragazzina che teneva mia figlia in braccio: mi sono messa a gridare".
E’ arrivato il nonno della bambina: "Ho bloccato quella ragazzina. La gente ha sentito le nostre urla e non le ha permesso di scappare. Poi è arrivata la polizia". La reazione popolare è stata forte. Gli agenti hanno dovuto sottrarre la nomade alla furia degli abitanti che volevano linciarla e qualcuno ha minacciato ritorsioni nei campi nomadi.
L’episodio ha innescato una spirale di tensione e, secondo Vincenzo Esposito, esponente dell’Opera nomadi, le dichiarazioni di parecchi esponenti locali del centrodestra hanno fomentato "una caccia alle streghe". "Il sindaco deve ordinare lo sgombero di tutti i campi nomadi", ha detto Raffaele Ambrosino, capogruppo di Forza Italia in consiglio comunale, seguito da Fabio Chiosi, coordinatore cittadino di Alleanza nazionale che ha annunciato: "Il tempo delle mezze misure deve terminare".
