La camorra è tornata a fare affari milionari con il contrabbando di sigarette. “False bionde” prodotte in Cina o in Paesi dell’Est che costano molto meno di quelle del mercato regolare (un pacchetto da 20 pezzi ucraino a 50 centesimi) e sul quale i guadagni sono 10 volte quelli ordinari. Ma anche nocive.
Un’inchiesta dell’antimafia di Napoli avrebbe scoperto un’industria di 200 persone gestita da ex contrabbandieri napoletani attivi in Polonia. Essendo contraffatte anche negli ingredienti, spesso queste sigarette “false” sono molto dannose per la salute. A Shanghai, per esempio, il tabacco non si stende al sole per farlo asciugare, ma viene essiccato con additivi e impiego di gas. Nel 2008 c’è stato boom di sequestri. Oltre alla Cina sono dieci i paesi dell’Est coinvolti nel giro, come Ucraina, Romania, Polonia, Lituania e Serbia, e Slovenia passando per la Federazione russa e la Grecia.
L’organizzazione viene gestita da ex contrabbandieri napoletani che oggi sono i boss di Varsavia o di Katowice, collegati ai boss dei clan Mazzarella o Sarno. I carichi di “bionde” passano le frontiere con corrieri cammuffati da turisti, su camper, roulotte, via mare dalla Grecia al porto di Ancona, o sui vecchi scali di Napoli e Bari, oppure su voli low cost all’interno di insospettabili borsoni griffati. Queste sigarette vengono vendute per strada a Napoli su bancarelle clandestine oppure da lì vengono distribuite in diverse regioni italiane: Marche (al primo posto), seguita da Lombardia, Liguria, Campania, Friuli Venezia Giulia, Calabria e Lazio. Le stecche arrivano persino a Londra con prezzi alle stelle.
L’uomo che, nell’alveare di Forcella, ha piantato di nuovo il banchetto con marche estere in vendita da 2 ai 3,10 euro a pacchetto si chiama Antonio Prisco. Se è ricomparso all’imbocco di vico dei Gravonari, e rifornisce fumatori italiani e stranieri delle nuove marche, Classic, L&M, Mg, è perché le “bionde” restano la sua materia: si può dire ne abbiano nutrito l’esistenza fin dal suo stesso concepimento. Invecchiato rampollo d’arte, Luigi o’ Chichì, è infatti il settimo figlio di quella Concetta Muccardi la cui storia fu immortalata nel film capolavoro di De Sica “Ieri, oggi e domani”: Titina era la contrabbandiera, incarnata da Adelina-Sophia Loren, che pur di non finire in manette si faceva trovare gravida ad ogni visita dei finanzieri.
Il mercato, secondo la Guardia di Finanza e la polizia, è fiorente con affari triplicati: dalle 90 tonnellate sequestrate in Italia nel 2006, alle 260 tonnellate del 2008. Le “bionde” ucraine, poi, sono quelle che garantiscono i maggiori guadagni: prodotte a 50 centesimi la stecca, in Polonia passano a 1 euro, a Napoli a 2.50 o 3 euro sulla bancarella, a Londra arrivano a 8 sterline. I cinesi, invece, riescono a guadagnare fino a 20 volte l’investimento.