Navi del futuro, autonome e controllate da remoto: dallo spazio via satellite. Non è più tempo per Ulisse o Colombo.
L’Agenzia Spaziale Europea (ESA), nell’ambito del suo programma NAVISP (Navigation Innovation and Support Program) 2 e in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), ha assegnato ad un consorzio internazionale guidato dal Gruppo Grimaldi il progetto GSAB (Grimaldi Satellite Assisted Berthing). È finalizzato a sperimentare il primo sistema di ormeggio assistito tramite tecnologia satellitare per navi di grandi dimensioni. Come i Pure Car & Truck Carrier (PCTC) utilizzati per il trasporto di automobili e camion.
Navi autonome senza marinai
Le navi autonome sono imbarcazioni altamente digitalizzate capaci di navigare e attraccare in modo completamente autonomo ed in sicurezza attraverso sistemi di intelligenza e tecnologie. Questi elaborano dati e prendono decisioni proprie senza l’intervento umano. Le navi a controllo remoto sono monitorate, controllate e navigate da operatori situati in un centro di controllo remoto. A differenza degli autopiloti che non mirano a sostituire l’uomo, le navi autonome e controllate da remoto sono finalizzate ad avere il minor numero di marittimi a bordo se non nessuno.
Le tecnologie utilizzate per la loro realizzazione sono varie e vanno dall’intelligenza artificiale (IA) a sensori come radar, LIDAR, immagini termiche, ad applicazioni spaziali. Il sistema che sarà sviluppato nell’ambito del progetto GSAB utilizzerà tecnologie di ultima generazione. In particolare, di localizzazione satellitare e multisensoriali basate sui satelliti a supporto dei sistemi di automazione della nave.
Il primo test con le navi Grimaldi
GSAB avrà una durata iniziale di 18 mesi durante i quali saranno sviluppate, testate e preinstallate a bordo di una delle navi ro-ro di Grimaldi le tecnologie necessarie. Nei primi mesi del 2024 dovrebbe poi iniziare una seconda fase del progetto, già concordata con l’ESA, finalizzata a testare, analizzare e validare il primo livello di navigazione autonoma (nave con processi automatizzati e supporto decisionale: i sistemi di automazione con supporto satellitare forniranno al comando di bordo informazioni utili a facilitare l’ormeggio) nel porto di Anversa al fine di definire le fasi successive.
Insieme col Gruppo Grimaldi, fanno parte del team internazionale anche RadioLabs, un consorzio di ricerca Università Industria operante nel settore delle radiocomunicazioni. E l’azienda norvegese Kongsberg, leader del settore e specializzata nella progettazione di tecnologie di ricezione ed elaborazione dei segnali.
Quest’ultima, in passato, si è già occupata di navigazione autonoma. Ha sviluppato, in collaborazione con un’altra società norvegese Yara International, la YARA Birkeland. È la prima nave portacontainer autonoma, completamente elettrica e semovente al mondo. Essa, il 18 novembre 2021, ha compiuto il suo viaggio inaugurale verso Oslo prima di entrare in servizio. Attualmente in fase di sperimentazione, la nave dovrebbe essere certificata “nave cargo autonoma e completamente elettrica” nell’arco di due anni.
La YARA Birkeland non è stata, però, la prima nave autonoma in assoluto. Il primato appartiene “Falco”, il traghetto per auto di proprietà dell’operatore finlandese Finferries. Falco, risultato di una collaborazione tra Rolls-Royce e Finferries risalente al 2015, è stata la prima imbarcazione completamente autonoma e controllata da remoto testata in campo reale.
La sua capacità di navigare, attraccare e disormeggiare autonomamente è stata dimostrata nel 2018 quando la nave ha completato con successo il suo primo viaggio di prova da Parainen a Nauvo, nell’arcipelago di Turku, in Finlandia, per poi tornare al punto di partenza in modalità di controllo remoto gestito da una stazione di controllo situata a 45 km di distanza.
La task force dell’Esa
Anche l’ESA è da tempo attiva nel settore dell’automazione marittima. In primis attraverso la sua Blue World Task Force (BWTF), l’Agenzia sta collaborando con aziende, università ed organizzazioni investendo non solo in ricerca e sviluppo di tecnologie abilitanti le navi autonome e controllate da remoto – in particolare navigazione satellitare, osservazione della Terra e telecomunicazioni satellitari nave-a-nave e nave-a-costa – ma anche nei requisiti di sicurezza. Tra le varie iniziative, nel 2019 l’ESA ha siglato un Memorandum d’intesa con One Sea lanciando una vera e propria “Autonomous Shipping Alliance” con l’obiettivo di incentivare la digitalizzazione delle navi e la condivisione di know-how.
Progetti come GSAB, la YARA Birkeland e Falco contribuiranno a migliorare l’efficienza del trasporto marittimo e delle aree portuali, aumentando la sicurezza delle operazioni e riducendo i tassi di inquinamento ed emissioni di CO2, in linea con la Strategia per la riduzione dei gas a effetto serra (GHG Strategy) dell’Organizzazione marittima internazionale (OMI) nell’ambito degli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile dell’ONU.