”NON REPRIMETE IL NOSTRO FUTURO”

La Repubblica pubblica un commento di Angelo Melone sulle manifestazioni studentesche contro il decreto Gelmini intitolato ”Quei numeri che non si ingabbiano”. Lo riportiamo di seguito:

”I numeri tenta di darli il Ministero dell’Interno con un comunicato serale: dall’inizio della protesta "300 manifestazioni, 150 scuole e 20 facoltà occupate". Ma solo le notizie che riempiono le agenzie e intasano sul web le centinaia di siti della protesta mostrano l’inadeguatezza delle cifre ufficiali a descrivere questo movimento degli studenti. Non è questione di buona o cattiva fede, è che tutti – non solo il ministro Gelmini o il presidente del Consiglio alle prese con la solita pantomima – sono spiazzati davanti a una protesta che non vuole essere definita, svicola da qualunque tentativo di abbraccio della politica organizzata e, anzi, tende a organizzarsi da solo, apparentemente con il massimo della semplicità.
E così spuntavano fuori occupazioni a raffica, scuola dopo scuola, cortei nei luoghi più disparati delle città e pronti a sciogliersi alla prima richiesta delle forze dell’ordine. Convocati da chi? "Dalla nostra assemblea", risposta semplicissima e completamente spiazzante rispetto alle minacce mediatiche di Berlusconi o alle accuse di oscure strumentalizzazioni rivolte alla sinistra. Tutte interpretazioni lontanissime dalla realtà per una generazione che sembra non volersi far definire, si muove con il massimo della spontaneità e si organizza online rapidamente e- appunto – con il minimo delle tradizionali sovrastrutture. "Vogliamo studiare di più, siamo pacifici e abbiamo speranze: non reprimete il nostro futuro", scrivono in un appello pubblicato anche dal nostro sito. Con una traduzione molto pragmatica che è divenuta lo slogan di mille striscioni: "Non pagheremo noi la vostra crisi". Il balletto di minacce del premier e le manovre del governo sulla riforma suonano lontane. E questo è il vero pericolo: sarà in grado la società – tutta – di rispondergli”?

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