Fare shopping oggi non è più come negli anni Ottanta. Quando si compra un deodorante o una scatola di cereali, prima di tutto, ci si chiede con un vago senso di colpa commisto a impegno civile: «Inquinerà?». Per saperlo, ormai, basta un click sul sito “GoodGuide”, una specie di Lonely-Planet dell’acquisto, che “sviscera” il prodotto da tutti i punti di vista, informandoci sui valori nutrizionali, ma anche sull’impatto ambientale.
Per conoscere molti dettagli, che di solito sfuggono alle etichette striminzite e omissive dei pacchetti, basta inserire il nome della merce acquistata nel motore di ricerca di questo sito, e si vedrà apparire una scheda completa di “advertisement” per il cliente ignaro.
«Lo scopo di questo “esperimento telematico”, ha dichiarato Dara O’Rourke professore di Politiche ambientali dell’Università di Berkeley (in California) e fondatore del progetto, è quello di rendere il consumatori indipendente e libero dall’influenza delle multinazionali che agiscono nel loro interesse».
Gli internauti (consumatori nella vita reale) hanno risposto con entusiasmo a questo sito che, nato agli inizi di settembre, ha avuto addirittura 110 mila visitatori nel mese di aprile. Nella redazione di GoodGuide, a San Francisco, lavora uno staff altamente qualificato. Manco a dirlo, sono tutti scienziati e ingegneri.