Li hanno rivisti, questa mattina, a 7mila metri, Walter Nones e Simon Kehrer, i due alpinisti italiani in difficoltà sul Nanga Parbat, dopo la scomparsa del capo della spedizione, Karl Unterkircher, avvenuta tre giorni fa. Sono ancora in vita, secondo quanto riferisce un tour operator locale. Per loro è cominciata la quarta giornata sulla parete, e tutti si augurano sia quella decisiva. I due scalatori erano stati visti una prima volta ieri, dopo due giorni di "buco". La missione del comitato Everest-K2 Cnr, partita ieri dall’Italia, è arrivata a Islamabad. Ne fanno parte due forti alpinisti, Silvio Mondinelli e Maurizio Gallo.
"Simon e Walter hanno passato la terza notte in parete. Questo era comunque previsto e i due non dovrebbero avere problemi particolari", ha spiegato Agostino Da Polenza che sta coordinando i soccorsi dall’Italia. La situazione potrebbe invece essere molto più drammatica se i viveri e il fornellino fossero nello zaino di Unterkircher e non fossero stati recuperati da Simon e Walter.
Mondinelli e Gallo a breve arriveranno al campo base del Nanga Parbat, a 4.400 metri. I due forti alpinisti, giunti in mattinata ad Islamabad, sono saliti direttamente su un elicottero anziché prendere il volo di linea diretto a Gilgit. Le condizioni meteo nella regione del Nanga Parbat iniziano però a peggiorare. L’umidità sta causando nuvole e questo potrebbe diventare con il trascorrere delle ore un problema. Attualmente un elicottero militare pakistano pilotato da un esperto sta effettuando sorvoli di ricognizione sulla parete dove si trovano Nones e Kehrer.
Simon Kehrer, 29 anni di San Vigilio di Marebbe (Alto Adige), e l’appuntato dei carabinieri Walter Nones, 36 anni di Cavalese in val di Fiemme (Trentino) sono da tre giorni soli sulla micidiale ed inviolata parete Rakhiotdella "montagna maledetta" a seguito della tragedia che ha colpito il loro capo cordata, il gardenese Karl Unterkircher. Oggi è la giornata decisiva. "Questo pomeriggio, al massimo domani mattina, dovrebbero uscire dalla parete ed iniziare la discesa", ha spiegato Da Polenza.
"La presenza di Gallo e Mondinelli al campo base – ha aggiunto Da Polenza – garantisce un supporto logistico, di comunicazione e di soccorso ai due alpinisti. Mondinelli, oltreché il maggior esperto italiano di queste montagne, è già acclimatato e in grado di lavorare senza difficoltà in alta quota". Altri alpinisti si sono offerti per portare soccorso. Tra loro, Simone Moro e Marco Confortola, entrambi di grande esperienza, già in Karakorum e assuefatti all’altitudine, si sono detti pronti a collaborare con le operazioni.
La speranza comune è che Nones e Kehrer riescano da soli a scendere da lassù. "C’è grande dolore per la morte di Karl – ha detto – ma anche grande speranza per il rientro di Walter e Simon, che hanno ripreso a salire sulla montagna e sembrano in grado di raggiungere la Sella sul Ghiacciaio Bazin, a 7.200 Metri. Speriamo lo facciano il più in fretta possibile, mentre le condizioni atmosferiche, discrete, lo consentono".
Una voce fuori dal coro è quella del "re degli Ottomila", Reinhold Messner, il primo a scalarli tutti senza ossigeno. "L’importante è che trovino bel tempo, così che possano riuscire a salire e poi a scendere – ha spiegato – Se il tempo peggiora, con neve o nebbia, sarà difficile per loro salvarsi e la spedizione di salvataggio è rischiosa". Nones e Kehrer, ha aggiunto il re degli Ottomila, "devono trovare una via di discesa in un luogo che per loro è una totale incognita. Una situazione davvero difficile. Saranno disperati, speriamo che vada tutto bene".
Per Messner è l’intera missione di soccorso a essere "troppo rischiosa" la spedizione. "I soccorsi sono possibili quando ci si trova a 6-6.500 metri. In questo caso, però, si rischiano solo altre vite".
