"Simon e Walter hanno passato la terza notte in parete. Questo era comunque previsto e i due non dovrebbero avere problemi particolari", ha spiegato Agostino Da Polenza che sta coordinando i soccorsi dall’Italia. La situazione potrebbe invece essere molto più drammatica se i viveri e il fornellino fossero nello zaino di Unterkircher e non fossero stati recuperati da Simon e Walter.
Mondinelli e Gallo a breve arriveranno al campo base del Nanga Parbat, a 4.400 metri. I due forti alpinisti, giunti in mattinata ad Islamabad, sono saliti direttamente su un elicottero anziché prendere il volo di linea diretto a Gilgit. Le condizioni meteo nella regione del Nanga Parbat iniziano però a peggiorare. L’umidità sta causando nuvole e questo potrebbe diventare con il trascorrere delle ore un problema. Attualmente un elicottero militare pakistano pilotato da un esperto sta effettuando sorvoli di ricognizione sulla parete dove si trovano Nones e Kehrer.
Simon Kehrer, 29 anni di San Vigilio di Marebbe (Alto Adige), e l’appuntato dei carabinieri Walter Nones, 36 anni di Cavalese in val di Fiemme (Trentino) sono da tre giorni soli sulla micidiale ed inviolata parete Rakhiotdella "montagna maledetta" a seguito della tragedia che ha colpito il loro capo cordata, il gardenese Karl Unterkircher. Oggi è la giornata decisiva. "Questo pomeriggio, al massimo domani mattina, dovrebbero uscire dalla parete ed iniziare la discesa", ha spiegato Da Polenza.
"La presenza di Gallo e Mondinelli al campo base – ha aggiunto Da Polenza – garantisce un supporto logistico, di comunicazione e di soccorso ai due alpinisti. Mondinelli, oltreché il maggior esperto italiano di queste montagne, è già acclimatato e in grado di lavorare senza difficoltà in alta quota". Altri alpinisti si sono offerti per portare soccorso. Tra loro, Simone Moro e Marco Confortola, entrambi di grande esperienza, già in Karakorum e assuefatti all’altitudine, si sono detti pronti a collaborare con le operazioni.
La speranza comune è che Nones e Kehrer riescano da soli a scendere da lassù. "C’è grande dolore per la morte di Karl – ha detto – ma anche grande speranza per il rientro di Walter e Simon, che hanno ripreso a salire sulla montagna e sembrano in grado di raggiungere la Sella sul Ghiacciaio Bazin, a 7.200 Metri. Speriamo lo facciano il più in fretta possibile, mentre le condizioni atmosferiche, discrete, lo consentono".
Una voce fuori dal coro è quella del "re degli Ottomila", Reinhold Messner, il primo a scalarli tutti senza ossigeno. "L’importante è che trovino bel tempo, così che possano riuscire a salire e poi a scendere – ha spiegato – Se il tempo peggiora, con neve o nebbia, sarà difficile per loro salvarsi e la spedizione di salvataggio è rischiosa". Nones e Kehrer, ha aggiunto il re degli Ottomila, "devono trovare una via di discesa in un luogo che per loro è una totale incognita. Una situazione davvero difficile. Saranno disperati, speriamo che vada tutto bene".
Per Messner è l’intera missione di soccorso a essere "troppo rischiosa" la spedizione. "I soccorsi sono possibili quando ci si trova a 6-6.500 metri. In questo caso, però, si rischiano solo altre vite".