MOSCA: «INACCETTABILI DICHIARAZIONI NATO» – Il rappresentante permanente russo presso l’Alleanza atlantica Dmitri Rogozin ha definito «inaccettabili» le dichiarazioni del segretario generale della Nato, Jaap de Hoop Scheffer, su un uso sproporzionato della forza da parte della Russia in Georgia. Mosca «intende rivedere le sue relazioni con la Nato» a causa di quelle dichiarazioni: «poco serie, tanto più da parte di un’organizzazione che ha usato la forza in modo assolutamente sproporzionato contro la popolazione civile, soprattutto nel quadro del conflitto del 1999 in Iugoslavia», ha detto Rogozin in un’intervista al quotidiano ufficiale «Rossiskaia Gazeta».
«DESTITUITO IL GOVERNO IN OSSEZIA DEL SUD» – Intanto Eduard Kokoity, l’uomo che si è autoproclamato presidente della repubblica separatista georgiana filo-russa dell’Ossezia del sud, ha destituito domenica sera il suo governo e ha proclamato lo stato di emergenza nella regione. Lo ha riferito la tv russa Vesti 24. «Ho firmato tre decreti – ha dichiarato Kokoity all’emittente – di cui uno sulle dimissioni del governo, un altro sulla proclamazione dello stato di emergenza in Ossezia del sud e il terzo sulla creazione di una commissione straordinaria incaricata di eliminare le conseguenze dell’aggressione georgiana». Il presidente sudosseto ha in particolare rimproverato al governo la lentezza nella distribuzione degli aiuti umanitari alla popolazione, sottolineando che «un funzionario deve lavorare per il suo popolo, non per trarre profitto per se stesso». Il leader separatista, afferma l’agenzia di stampa Ria, ha proclamato un mese di stato di emergenza. Nei giorni scorsi più volte Kokoity aveva criticato i suoi ministri per la gestione della crisi umanitaria scatenata dall’attacco delle truppe georgiane contro la capitale Tskhinvali.
«RITIRO RUSSO NON ANCORA COMINCIATO» – Secondo fonti militari russe le operazioni di ripiego delle truppe dal territorio georgiano sarebbero già iniziate. Ma da Mosca il ministero della Difesa ha fatto sapere che «il ritiro non è ancora cominciato» e che «la questione viene ora valutata e la decisione verrà presa quando la situazione nella regione si sarà stabilizzata». Il presidente Dimitri Medvedev, nel corso di un colloquio telefonico con Nicolas Sarkozy, presidente di turno della Ue, ha a sua volta annunciato che il ritiro incomincerà lunedì a mezzogiorno. Sarkozy ne ha preso atto e ha fatto sapere che in caso contrario la Russia potrebbe andare incontro a «gravi conseguenze».