Berlusconi quasi sicuramente andrĂ alla cerimonia di apertura delle Olimpiadi. Dopo Bush, anche il presidente del Consiglio italiano si è detto "propenso" a partecipare all’inaugurazione di Pechino 2008, il prossimo 8 agosto. "Non ho ancora deciso – ha detto Berlusconi a margine del G8 a Toyako – ci uniformeremo con le decisioni prese da tutti. Ho sempre sostenuto che le Olimpiadi sono nate per affratellare i popoli, sono propenso per il sì". Il premier ha poi precisato che prima di decidere vuole parlare con gli altri leader, a cominciare da quelli di Parigi e Washington.
La riserva è stata sciolta ieri da parte del presidente americano: George W. Bush dal Giappone ha detto di aver deciso da tempo che alla cerimonia di apertura dei Giochi ci sarĂ , perchĂ© non andare "sarebbe stato un affronto" verso il popolo cinese. Anche il premier giapponese Yasuo Fukuda sarĂ presente, e non dovrebbe mancare neppure Nicolas Sarkozy, che – secondo il quotidiano francese Le Monde – "salvo catastrofi" parteciperĂ all’inaugurazione delle Olimpiadi.
Continuano perĂ² le proteste delle organizzazioni in difesa dei diritti umani, che vedono nella presenza di leader internazionali all’apertura dei Giochi un regalo per il governo di Pechino nonostante gli scarsi progressi in fatto di rispetto dei diritti e delle libertĂ individuali. Diverse associazioni hanno lanciato nei mesi scorsi un appello a boicottare i festeggiamenti, chiedendo ai leader occidentali un gesto di protesta contro la repressione cinese in Tibet. Appello raccolto, per ora, dal cancelliere tedesco Angela Merkel e dal premier britannico Gordon Brown.
Anche in Italia le discussioni sono state accese, ma oggi il presidente del Consiglio ha svelato il suo orientamento, sottolineando come quella di Pechino 2008 sia "un’occasione da non perdere". Nel difendere la sua decisione di andare alla cerimonia dell’8 agosto, Bush ha sottolineato che non è necessario boicottare le Olimpiadi, penalizzando anche gli atleti, per esprimere la sua posizione sul problema del libertĂ religiosa ed i diritti umani in Cina. Anzi, non andare, per Bush "renderebbe piĂ¹ difficile parlare nel modo piĂ¹ franco alla leadership cinese".
