La fiaccola olimpica passerĂ da Lhasa, la capitale del Tibet, sabato 21 giugno. Lo ha deciso il Comitato organizzatore dei Giochi di Pechino (Bocog). Dopo le modifiche nel programma della staffetta in seguito al terremoto nella regione del Sichuan, la torcia sarebbe dovuta arrivare lunedì scorso nel Tibet e restarci per tre giorni. Invece, dopo l’arrivo nella regione dello Xinjiang la fiaccola passerĂ a Lhasa sabato prossimo e vi rimarrĂ un solo giorno, sorvegliata nel suo tragitto da misure di sicurezza eccezionali per evitare incidenti.
Nei giorni scorsi un gruppo di esuli tibetani aveva chiesto l’annullamento del passaggio della torcia nel timore di nuove violenze. Le autoritĂ cinesi, in particolare i dirigenti della Regione autonoma del Tibet, erano contrari. Anzi, per loro il passaggio della fiaccola da Lhasa era diventato un punto d’onore, un modo per dimostrare che la situazione è sotto controllo e si è tornati alla normalitĂ .
La torcia è intanto approdata ieri a Urumqi, capitale della regione dello Xinjiang, per la prima delle quattro tappe in quella che è una delle regioni piĂ¹ complesse della Cina. Teatro di violenze separatiste e culla dei fondamentalisti islamici uighuri, lo Xinjiang non si è mai rassegnato alla dominazione degli han e il passaggio della fiaccola olimpica è stata occasione per dimostrare – pacificamente – l’ostilitĂ di questa minoranza.
Il timore di attentati ha spinto le autoritĂ a chiudere quasi tutto il centro di Urumqi e una fitta serie di posti di blocco ha limitato i movimenti in un’area altrimenti molto vivace. Nella piazza del Popolo, dove l’accesso era controllato con perquisizioni e metal detector, si sono ritrovate circa tremila persone, quasi tutti han, che hanno salutato il passaggio della fiaccola con slogan come "Viva la Cina" e "Viva le Olimpiadi".
Oggi la torcia olimpica ha attraversato le strade di Kashgar, antica cittĂ della Via della Seta ai confini con il Pakistan e l’Afghanistan e roccaforte del nazionalismo uighuri. Il primo tedoforo è partito dalla piazza dell’antica moschea Id Kah, la piĂ¹ grande della Cina. Poca la gente per strada, anche qui quasi tutti han che hanno festeggiato con coreografie ben orchestrate il passaggio dei tedofori, scortati da 40 agenti con maglietta blu e guanti neri. La comunitĂ islamica, che rappresenta piĂ¹ di metĂ della popolazione, era rappresentata solo da alcuni leader e dai bambini nei costumi tradizionali.
Negozi chiusi, strade semideserte e polizia ovunque a vigilare contro il pericolo di attentati, dopo l’allarme per possibili azioni di militanti islamici che puntano a creare lo Stato indipendente del Turkestan orientale.
