ALLARME AL CENTRO STAMPA – Intanto la tensione rimane alta per l’ennesimo allarme-bomba. I controlli all’ingresso del centro stampa delle Olimpiadi, si sono improvvisamente intensificati, e centinaia di giornalisti e operatori accreditati sono stati bloccati al check elettronico con la richiesta di un bollino speciale sull’accredito che nessuno aveva. File lunghissime e proteste ma nessuno dell’organizzazione ha saputo dare spiegazioni perchè l’ordine era partito dalla polizia. «È arrivata la voce non verificata di un ordigno a bordo di un bus vicino all’Acquatic Centre», ha spiegato un alto funzionario del comitato organizzatore (Bocog), chiedendo di non essere citato.
APPELLO PER DIRITTI UMANI – Da Blanca Vlasic a Antonietta Di Martino; da Dayron Robles a Irving Saladino; da Dee Dee Trotter a Tero Pitkamaki. Gente che non scherza, che è a Pechino per vincere medaglie. Gente che vive di atletica ad alto livello, di sponsor e di contatti. Questi e molti altri atleti anche di specialità non presenti ai Giochi (oltre centoventi in tutto), hanno firmato un appello al presidente cinese Hu Jintao perché "permetta una soluzione pacifica" della questione tibetana, protegga "le libertà di espressione, di religione e di opinione "nel suo Paese incluso il Tibet", perché assicuri che i difensori dei diritti umani "non siano più intimiditi e imprigionati", per "fermare la pena" di morte.
La lettera compare, seguita da tutte le firme fin qui raccolte sul sito tedesco (legato ad Amnesty international) "sportsforpeace.de (www.sportsforpeace.de) visibile anche a Pechino.