Tutto pur di garantire l’ordine e la sicurezza: anche vietare striscioni e bandiere negli stadi. A 25 giorni dall’inizio delle Olimpiadi, Pechino rafforza le misure di sicurezza. Quelle in vista dei giochi, ma anche quelle contro i dissidenti: arrestati due preti cattolici e fucilati due membri della minoranza etnica degli uighuri, di fede musulmana. E intanto sono moltissime le cancellazioni delle prenotazione degli alberghi. I turisti hanno difficoltà a ottenere il visto per entrare nel paese.
Vietato portare striscioni e bandiere. Il Comitato organizzatore delle Olimpiadi (Bocog), ha diffuso oggi le regole di ingresso alle strutture olimpiche. «Neanche uno striscione con su scritto Go China sarà accettato», scrive l’agenzia di stampa Nuova Cina, che ha riportato la notizia. Vietati anche libri e opuscoli di contenuto «commerciale, religioso, politico, militare, o relativo ai diritti umani, all’ambiente e alla difesa degli animali». Sarà impossibile anche fare foto utilizzando il flash e usare telecamere e registratori. Fuori dagli stadi dovranno restare anche bottigliette e lattine, strumenti musicali, ombrelli lunghi e accendini. Un dirigente del Bocog, Huang Keying, ha dichiarato che le regole «sono completamente in linea con la carta olimpica e che sono state pensate per garantire l’ordine e la sicurezza dentro gli stadi».
La stretta sulla sicurezza. Le autorità cinesi lo avevano detto: il possesso di un biglietto per le Olimpiadi non assicura il visto di ingresso nel paese. Ma i turisti provenienti da tutto il mondo non avrebbero mai immaginato una chiusura così forte, tanto da dover rinunciare a seguire i Giochi e a cancellare le prenotazioni negli hotel. La protesta in Tibet, il pericolo di attentati da parte di nazionalisti uighuri, denunciato da Pechino come concreto, spinge le autorità a rendere sempre più dure le procedure per entrare nel paese. Numerosi i posti di blocco che vengono denunciati dagli stranieri residenti. .E la conseguenza è stata un’ondata di cancellazioni di prenotazioni con la conseguente crisi degli alberghi. A raccontarlo è il quotidiano taiwanese China Post.
Arrestati due preti. Il sistema di sicurezza a 25 giorni dall’inizio delle Olimpiadi si fa sempre più stretto e ha colpito anche la chiesa cattolica considerata «clandestina»: due preti sono stati arrestati nella provincia dell’Hebei, non lontano dalla capitale. I due, Zhang Jianlin e Zhang Li, sono stati bloccati un mese fa mentre stavano per partire per il pellegrinaggio annuale al Santuario della Madonna di Shenshan, vicino a Shanghai, ma solo oggi la notizia è stata diffusa dalla Fondazione Cardinal Kung. «Entrambi i preti sono spariti mentre erano nella mani della polizia cinese – afferma la Fondazione in un comunicato fatto pervenire ai mezzi d’informazione stranieri in Cina – dopo il loro arresto non se ne sono avute più notizie».
La lotta contro i dissidenti. Arrestato anche Huang Qi, l’attivista, di 45 anni, che stava aiutando i genitori dei bambini morti nei crolli delle scuole durante il terremoto del 12 maggio a raccogliere prove contro i costruttori ed i loro protettori politici, che accusano di aver trascurato le norme di sicurezza. Due membri della minoranza etnica degli uighuri, di religione musulmana, sono stati fucilati.
La crisi alberghiera. Le stanze vuote smentiscono il tutto esaurito e i prezzi quadruplicati annunciati pochi mesi fa: risulta prenotato il 75 per cento degli hotel di prima categoria e meno della metà di quelli a quattro stelle, secondo i dati dell’Ufficio del Turismo di Pechino. Gli unici a non soffrire sono gli hotel che si trovano negli hutong, i quartieri storici di Pechino. Le 336 mila camere di hotel pronte ad accogliere 450-500 mila visitatori stranieri in aggiunta agli oltre 1,2-1,6 milioni di visitatori cinesi previsti, sono troppe visto il calo di prenotazioni. A maggio alcune compagnie aeree europee hanno tagliato la frequenza dei voli settimanali in Cina, e aumentano le proteste delle persone che si sono viste negare il visto di ingresso, riporta il quotidiano di Hong Kong South China Morning Post. Non convincono neanche gli sconti speciali offerti da alberghi a tre stelle e di categoria inferiore, che segnano solo il 30% e meno del 10% delle camere prenotate per il periodo delle Olimpiadi (8-24 agosto). Va male anche ai pechinesi che avevano deciso di affittare le le loro case secondo quanto riferisce Song Zhi, di lodgingatbeijing.com.
Il problema dei visti. Già dallo scorso aprile hanno di fatto negato la concessione dei visti multipli e dei semestrali richiesti in genere dagli insegnanti e dai giornalisti free-lance. Anche per ottenere o estendere un visto per affari o turistico servono una lettera di invito, la prenotazione dell’hotel o il contratto d’affitto di un appartamento, il biglietto aereo e un conto attivo in una banca cinese con un deposito congelato di 800 yuan (circa 75 euro) giornalieri per ogni giorno di permanenza richiesto.
