L’indignazione unisce tutti, in modo trasversale. Nord e Sud, destra e sinistra, cittadini e istituzioni, perfino Roma e Lazio. La sentenza della Corte d’Assise di Arezzo, che ha condannato a 6 anni Luigi Spaccarotella, l’agente che ha ucciso Gabriele Sandri, lascia spazio a sentimenti di rabbia e malcontento che travalicano persino alcune tradizionali barriere.
E se il sindaco di Roma Gianni Alemanno non nasconde la propria «profonda insoddisfazione» e annuncia che si rivolgerà ai ministri Alfano e Maroni per maggiore chiarezza, il padre del ragazzo morto, Giorgio Sandri, si chiede «cosa sarebbe successo se fosse stato ucciso il figlio di Berlusconi». Il padre di Gabriele aveva auspicato ieri «una manifestazione con la partecipazione di un milione di persone», e Gianluca Tirone, portavoce del gruppo ultras “Irriducibili” ha confermato che «qualsiasi iniziativa sarà valutata con la famiglia».
Ma non solo i laziali chiedono giustizia. Guido Zappavigna, fratello dello storico leader della tifoseria romanista, urla ai microfoni di Retesport che «questo è il paese dove gente condannata per Tangentopoli viene rieletta alle europee. Di che ci sorprendiamo?».
«Parteciperemo alla manifestazione organizzata dalla famiglia Sandri, ma sono sicuro che se si farà di domenica si fermerà anche il campionato perchè le tifoserie di tutta Italia saranno presenti». Lo ha detto un altro dei leader storici dei tifosi romanisti, “Peppone”. «Del resto, dopo una sentenza del genere – aggiunge – è tutto inutile: o fai la rivoluzione o te ne stai a casa. Siccome non c’è gente per fare la rivoluzione, ce ne stiamo a casa». A giudizio di Peppone la sentenza al processo Sandri «rappresenta il sistema italiano, dove, purtroppo, gli ultrà sono diventati la valvola di scarico di tutti i problemi. Del resto con un Governo per metà leghista è ovvio che si odi Roma e tutti i tifosi che ci sono».
La protesta di tifosi e non invece viaggia rapidissima su internet, fin dalle prime ore successive alla sentenza. Il sito dedicato a “Gabbo” è preso d’assalto da migliaia di utenti. Per Andrea «le persone che lo hanno giudicato ieri sono le stesse che hanno sparato l’11 novembre», mentre un anonimo parla di «giustizia fantozziana». E non mancano gli inviti ad inviare lettere e email persino al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
La cosa più soprendente è che una tifoseria storicamente schierata a destra, come quella laziale, trovi analogie tra questo processo e quello relativo alla morte di Carlo Giuliani. «Come con Carlo non hanno fatto giustizia – spiega un untente anonimo – hanno trovato scuse e cavilli a dir poco schifosi». E anche il Veneto Fronte Skinheads non ha perso l’occasione per attaccare lo Stato, che «preferisce tutelare un pazzo psicotico piuttosto che dare giustizia ad un povero ragazzo innocente, probabilmente perché questi apparteneva ad una comunità scomoda ed invisa ad un sistema che preferisce eliminare chi pensa con la propria testa».