I tempi non sono ancora decisi, ma ormai "si tratta di giorni, che siano due o tre non conta. Ormai non sono più anni". Il papà di Eluana Englaro è determinato come lo è stato in questi nove anni a lasciar morire sua figlia. E sarà l’Hospice di Airuno, in provincia di Lecco, ad ospitare Eluana nelle ultime ore di vita. Una notizia che giunge dopo una giornata di polemiche e di incertezze sulla struttura dove dovrà essere staccato il sondino nasogastrico che alimenta e idrata artificialmente la ragazza, in coma da sedici anni.
L’Hospice di Airuno. E’ stata la curatrice Franca Alessio a rendere pubblico che si tratterà dell’ospedale di Airuno. La struttura, spiega la curatrice, "non ha posto alcuna pregiudiziale ad accogliere Eluana: è disponibile nei modi e nei tempi che la situazione, delicata e comunque dolorosa, prevede. Tutto sarà fatto secondo i tempi tecnici che il medico incaricato ci indicherà : senza alcuna fretta, ma avendo come unico fine l’interesse di Eluana".
Il medico. A staccare materialmente il sondino potrebbe essere il dottor Carlo Alberto Defanti, prima in forza all’Azienda ospedaliera Niguarda di Milano. Se così fosse, si porrebbe rimedio all’eventualità di non trovare un medico disposto a interrompere l’alimentazione artificiale. Un’eventualità che comunque non ha mai spaventato Beppino Englaro, che oggi aveva detto: "Non ho ancora chiarito se sarò io a togliere il sondino a Eluana. Ma non è un problema né per me né per un medico".
"L’agonia avrà termine". Per dare l’addio a sua figlia, Beppe Englaro non aspetterà dunque i due mesi nei quali la procura può fare ricorso contro la sentenza della corte d’Appello di Milano. L’ipotesi avanzata nelle ore successive alla decisione dei giudici, è stata scartata. Vittorio Angiolini, uno degli avvocati che ha tutelato gli interessi della giovane donna nel procedimento, ha fatto sapere che "l’interesse di Eluana comporta il disporre l’interruzione dei trattamenti di sostegno vitale artificiale in atto".
"Adesso serve riservatezza". Nel mezzo delle polemiche mai sopite di questi giorni il padre di Eluana continua a ripetere che "la sentenza è chiara e di massimo livello, e noi vogliamo agire con trasparenza cristallina", ma "adesso richiamo tutti all’esigenza di rispettare la riservatezza per la dignità personale di Eluana". Beppe Englaro si dice poi "stupito del clamore" sollevato dalla sentenza dei giudici di Milano.
Dietro front del professore. Dopo l’iniziale disponibilità espressa da Riccardo Maffei, primario anestesista dell’ospedale di Lecco, ad aiutare la ragazza nell’ultima fase della sua vita, era arrivato il dietro front del professore che, con una dichiarazione ufficiale, aveva chiarito che la sua posizione "è sempre stata e sempre sarà per la vita, qualunque essa sia". Nella vicenda di Eluana oggi era intervenuto anche l’Ordine dei medici di Lecco, che aveva invitato esplicitamente i propri membri ad opporre l’obiezione di coscienza, che sarebbe "non solo comprensibile ma auspicabile".
"Avvenire: ‘Scelta necrofila’". La ragazza sarà quindi trasferita lontana dalla casa di cura Beato Luigi Talamoni di Lecco, gestita dalle suore Misericordine, da sempre contrarie a qualsiasi forma di "eutanasia mascherata". Le critiche delle gerarchie ecclesiastiche alla sentenza della corte d’Appello di Milano, restano durissime: "La decisione dei giudici è obiettivamente necrofila – scrive oggi l’Avvenire, il quotidiano della Conferenza episcopale – apre le porte alla morte e chiude alla vita".
