Corone di fiori e lettere commoventi, Palermo ricorda in silenzio la strage di via D’Amelio in cui perse la vita il giudice Paolo Borsellino, insieme agli uomini della scorta. La città rivive la sua morte e rievoca la lotta alla mafia, ma la politica sembra starne lontana, oggi come allora.
Per Rita Borsellino, sorella del magistrato ucciso, sottolinea l’assenza dello Stato, «che avrebbe dovuto essere presente nonostante le possibili contestazioni, raccogliendole e confrontandosi con la città che ricorda e che non vuole dimenticare».
Nonostante il messaggio del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, l’indifferenza delle istituzioni pesa nella sala gremita di familiari e associazioni. Palermo domenica mattina è calda, ma vuole ricordare via D’Amelio: sul palco però solo pochi esponenti politici: il vicepresidente della Commissione nazionale antimafia Giuseppe Lumia e la neoeletta eurodeputata dell’IdV Sonia Alfano.
Per il 17esimo anniversario della morte del giudice Borsellino si riapre uno spiraglio nelle indagini e nel mirino della dda di Caltanissetta c’è proprio lo Stato: «La verità passa anche attraverso filoni investigativi che però vanno verificati», ha commentato il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso.