Nella giornata di venerdì Papa Benedetto XVI ha lasciato Israele, salutato dal premier israeliano Benjamin Netanyahu e dal presidente Shimon Peres. Nell’ultimo giorno del suo viaggio in Terra Santa, si è recato al Santo Sepolcro, nella Città Vecchia di Gerusalemme, per poi pronunciare il suo discorso all’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv prima di partire.
Proprio nel suo discorso il Papa ha lanciato messaggi di speranza per la pace in Terra Santa: «L’amore deve prevalere, il suo spirito riconciliatore deve rimuovere ogni ostacolo che si frappone alla nostra comune testimonianza a Cristo. La pace in Terra Santa è possibile, sono amico di entrambi i popoli e non posso fare a meno di piangere per le loro sofferenze».
Benedetto XVI è poi tornato sulla questione dell’Olocausto: «La Shoah fu il frutto di un regime ateo, che propagandava un’ideologia di antisemitismo e odio. Questo sconvolgente capitolo della storia non deve mai essere dimenticato o negato. Memorie oscure che dovrebbero rafforzare la nostra determinazione a condurci più vicini gli uni agli altri come rami dello stesso albero di olivo. Con i fratelli ebrei i cattolici hanno avuto una relazione tesa, ma ora sono fermamente impegnati a costruire ponti di duratura amicizia».