Tristan Sadeghi, 17 anni, era iscritto quest’anno al penultimo anno di liceo (la “première”) nell’istituto Maurice Ravel, nel ventesimo arrondissement di Parigi. Eppure quando il 16 giugno si è presentato, come tutti i compagni, alla segreteria didattica della scuola per completare la preiscrizione per l’ultimo anno (la “terminale”), la segretaria gli ha opposto un’inesplicabile rifiuto. “Ordine del direttore” – si sarebbero limitati a spiegare. Il dirigente scolastico, una volta sollecitato da Tristan e dal padre, avrebbe poi spiegato le ragioni dei rifiuto.
Quest’inscrizione non s’ha da fare, perché Tristan è un liceale politicamente attivo, un rappresentante d’istituto coinvolto nelle proteste liceali che nei mesi scorsi, in parallelo agli scioperi universitari, si sono opposte alla riforma dell’istruzione voluta dal governo Sarkozy. In Francia, le proteste liceali, come spesso quelle universitarie, adottano lo strumento dei blocchi: un presidio di studenti impedisce l’accesso ai locali della scuola.
Il preside della scuola ha dunque individuato nel giovane uno degli organizzatori più attivi di questa protesta e ha deciso che il ragazzo sarà ammesso nella scuola Ravel a condizione che firmi un documento in cui si impegni a non assumere ruoli in eventuali proteste per l’anno prossimo. Il dirigente scolastico ha inteso forse colpirne uno per educarne cento e lanciare così un monito per il prossimo anno: nessuna protesta oppure pesanti sanzioni scolastiche. Intanto la notizia della stravagante sanzione scolastica ha cominciato a rimbalzare sui media francesi, prima il popolare quotidiano online Rue 89, poi il conservatore Lefigaro.