Parma/ Maxi-bollette da 120.000 euro a due assessori: Telecom e Comune trovano un accordo

Pace fatta tra Telecom e il comune di Parma. L’amministrazione ducale non dovrà pagare i 120.000 euro di bollette telefoniche arretrate per i cellulari dei suoi dipendenti.  E, soprattutto, evita di arenarsi in una lunga e costosa battaglia legale. Decisiva, per sbloccare la situazione, la scelta della compagnia telefonica di cambiare la tariffazione del traffico Wap (oggi decisamente più costoso) equiparandolo a quello Ibox come richiesto dal comune. Tramonta così l’ipotesi di danno patrimoniale per l’Ente.

L’accordo mette la parola fine ad una vicenda iniziata con il recapito al comune di una serie di fatture che è eufemistico definire anomale. Due in particolare, quella dell’ex assessore alle politiche per l’infanzia Giampaolo Lavagetto, e quella di Francesco Manfredi, assessore per l’urbanistica,  lasciano basiti. Tra gennaio e agosto, il solo Lavagetto avrebbe accumulato 90.000 euro di traffico telefonico. Troppo. La colpa, però, non sarebbe dell’eccessiva loquacità dell’interessato, quanto, piuttosto, del traffico Wap, quello relativo al trasferimento dati.

Lavagetto, aveva attribuito inizialmente la colpa a non meglio precisati “pirati informatici” che avrebbero clonato il suo cellulare salvo poi  limitarsi a sostenere, in un secondo momento, la tesi più soft di un errore di configurazione del suo cellulare. Curioso, e puntualmente rilevato dall’opposizione, che l’ex assessore non abbia denunciato il fatto già a gennaio, all’epoca della prima bolletta gonfiata (14.000 euro).

Lavagetto, nel frattempo, si è dimesso. Non a causa dei 90.000 euro però. Al contrario, le dimissioni dell’ex assessore sono conseguenza della sua candidatura alla presidenza della provincia parmigiana.

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Emiliano Condò