Prove tecniche di congresso al Pd. Dalla segreteria è uscito un no secco all’ipotesi di rinviarlo. L’orientamento è quello di dar vita a una discussione ampia dove non si tema il confronto per paura di dividersi sui temi caldi. I maggiori pretendenti alla successione al vertice del partito – Franceschini ha ufficializzato mercoledì la volontà di succedere a se stesso e Bersani presenterà la sua candidatura il 1 luglio – sono concordi che il congresso si debba fare a ottobre contro l’ipotesi di un rinvio caldeggiata soprattutto dal sindaco di Torino Chiamparino.
Il nodo verrà sciolto definitivamente venerdì quando si terrà l’attesa Direzione. Intanto interviene Massimo D’Alema, per il quale il giudizio sulle amministrative è meno lusinghiero del segretario Franceschini: «Non abbiamo vinto, ma il centrodestra non ha sfondato e abbiamo tenuto molte posizioni importanti». Per Massimo Cacciari «nel centrosinistra è più vivo che mai il problema settentrionale, specie nel Nordest».
Qualche malumore lo esprime Arturo Parisi, preoccupato che il confronto congressuale non si risolva nell’ennesima resa dei conti Veltroni-D’Alema, questa volta per interposta persona (leggi Franceschini-Bersani): «Ho sentito D’Alema dire che sosterrà Bersani. Ma voglio sentire da Bersani se appoggerà D’Alema».