I dati diffusi sui rincari della pasta sono il frutto di un’interpretazione sbagliata. A dirlo รจ lo stesso ufficio stampa del ministero dello Sviluppo Economico: "Informazioni confusionarie, vecchie e comparate in maniera errata".
La notizia del caro-spaghetti รจ su tutti i giornali. Il prezzo della pasta sarebbe salito del 30% in sei mesi, con enormi, (e perciรฒ sospette) differenze di prezzo tra le varie province. Si andrebbe infatti dai 4,80 euro al chilo di Aosta all’1,58 di Rovigo. Peccato che tutto questo sia una bufala di fine estate. O meglio il frutto di un errore nel raffronto dei dati.
Tutto comincia alle ore 15.50 del 20 agosto, quando l’agenzia di stampa Ansa lancia la notizia sulla pasta "che costa come l’oro". E tutti i giornali non se la lasciano scappare. Le informazioni sembrano buone, la fonte รจ il sito Osservaprezzi.it, curato dal ministero dello Sviluppo Economico. Pronte per essere sparate in prima pagina, vista la penuria di notizie tipica del periodo ferragostano.
Ma quei dati sono poco chiari. Troppa sproporzione tra le cittร . Qual รจ il tipo di pasta che costa 4,80 euro al chilo? Quella fatta a mano, forse? Formati speciali prodotti secondo tecniche antiche? E cosรฌ con una semplice telefonata alla fonte, l’ufficio stampa del ministero dello Sviluppo Economico, la risposta รจ tanto candida quanto immediata: "In veritร in quei dati pubblicati come nostri sui quotidiani non abbiamo capito nulla nemmeno noi. Sono allarmistici e confusionari. Sono stati aggregati e paragonati in maniera sbagliata. Oltretutto risalgono a giugno e sono ormai superati. Il 29 agosto escono le nuove rilevazioni Istat sui prezzi al consumo".
Come si spiegano dunque le grandi differenze di prezzo tra le varie cittร ? "Sul sito Osservaprezzi.it- spiegano ancora dal ministero – noi indichiamo tutti i prezzi al consumo in maniera dettagliata, suddivisi per provincia. Sotto le tabelle, perรฒ, c’รจ una nota in cui diciamo chiaramente come abbiamo ottenuto quei dati. In pratica noi rileviamo per ogni provincia l’andamento dei prezzi dei prodotti piรน venduti, definiti in base a varietร , marca e confezione. Ciรฒ spiega le differenze a volte rilevanti che si possono osservare nei prezzi, sia medi sia minimi e massimi, tra una cittร e un’altra ma anche tra un mese e l’altro con riferimento alla stessa cittร , in quanto le quotazioni possono riferirsi a diverse combinazioni di varietร , marca e confezione. Per questo i dati non si possono utilizzare per confronti territoriali e intertemporali".
Ecco spiegato l’arcano. E’ vero, come di recente ha sottolineato il garante per la sorveglianza dei prezzi Antonio Lirosi, che i prezzi di pane e pasta sono ingiustificati rispetto all’andamento delle materie prime, in netto ribasso sui mercati. Ma di sicuro una famiglia media valdostana non spende quasi cinque euro per ogni chilo di pasta consumato quotidianamente. Quel dato, infatti, รจ reale, ma si riferisce a una specifica tipologia di prodotto che solo ad Aosta รจ inclusa nel paniere dei piรน venduti accanto a quelle piรน comuni.
"Di sicuro in autunno ci saranno ribassi dei prezzi di pane e pasta – aggiungono dal ministero dello Sviluppo Economico- e la tavola rotonda con tutti i produttori della filiera del grano voluta da mister Prezzi non rimarrร lettera morta". Ma quali sono i poteri effettivi di Lirosi? "Non puรฒ imporre sanzioni – concludono al ministero – ha solo poteri di monitoraggio e verifica e puรฒ riunire tavoli di confronto. Ma ha dalla sua camere di commercio e guardia di finanza. E se le aziende non osservano le sue indicazioni, puรฒ scatenare contro di loro l’antitrust".
Sempre che le informazioni sui prezzi vengano diffuse in maniera corretta.
