La Cina teme le siringhe infette e nella regione dello Xinjiang non si placano le proteste di piazza contro le continue aggressioni, che ora sono arrivate a 531. Cinque persone sono morte negli scontri con la polizia a Urumqi, la capitale della regione autonoma nel nordovest del Paese.
Da parte sua Meng Jianzhu, il ministro della sicurezza pubblica cinese che si trova in visita nella capitale, ha puntato il dito contro gli uiguri, i separatisti musulmani, accusandoli di essere gli organizzatori degli attacchi con le siringhe avvenuti in città .
Per il ministro le aggressioni «sono state premeditate, organizzate e condotte da delinquenti agli ordini delle forze separatiste musulmane, e sono la continuazione delle violenze del 5 luglio, volte a nuocere all’unita’ etnica» della Cina.
