«Manifestazione di massa del riformismo». «È la prima grande manifestazione di massa del riformismo italiano. Il Pd è il più grande partito riformista che la storia d’Italia abbia mai conosciuto. È uno spettacolo meraviglioso per la democrazia italiana, per il nostro Paese, per il futuro dell’Italia». «Grazie – ha aggiunto – a chi ha attraversato l’Italia per venire qui e grazie ai cittadini di questa grande città che ci ospita in questo luogo di identità italiana come il Circo Massimo».
Achille Passoni, responsabile organizzativo della manifestazione, ha reso noto che ”oltre due milioni e mezzo di persone” hanno affollato l’area del Circo Massimo.
«Vogliamo bene all’Italia». Veltroni ha sottolineato che «nessun partito politico si era mai azzardato a venire» a manifestare al Circo Massimo. «Siamo in tanti perché vogliamo bene all’Italia», ha aggiunto.
«Democrazia non è Cda». «La democrazia, signor presidente del Consiglio, non è un consiglio d’amministrazione» ha detto Veltroni rivendicando la natura «democratica, serena e pacifica». «Guai, davvero guai – afferma – a chi pensa di ridurre solo minimamente la libertà di avanzare critiche, la libertà di dissentire, la libertà di protestare civilmente contro decisioni e scelte che non condivide».
Italia anti-fascista. Veltroni rivolgendosi al premier Berlusconi aggiunge: «Quando le hanno chiesto che cosa pensava del fascismo, lei ha risposto con fastidio dicendo che non aveva tempo da perdere. Sarkozy non avrebbe mai detto una cosa del genere sulla Resistenza animata dal generale De Gaulle». Ricorda Vittorio Foa, recentemente scomparso, cita personaggi storici della resistenza e dell’antifascismo da Giacomo Matteotti a Piero Gobetti, Carlo e Nello Rosselli fino ad Antonio Gramsci. «C’è qualcuno che ha detto che fino ad un certo punto il fascismo non è stato troppo cattivo. Foa quando venne messo in galera aveva 25 anni ed era il 1939. Prima dello scempio delle leggi razziali, il regime già aveva soppresso la libertà di stampa e di pensiero».
«L’inganno» di Berlusconi. Berlusconi coltiva «un’idea inaccettabile del potere», confonde «governare con prendere il potere». Pensa di potersi permettere «l’impunità delle parole». Quando il presidente del Consiglio afferma una cosa e poi, poco dopo, la smentisce, mette in atto una «strategia dell’inganno permanente».
Smentita polizia nelle scuole. Per Veltroni è stata «abnorme e mai vista prima» la «minaccia irresponsabile e pericolosa di intervenire eattraverso le forze dell’ordine in quei templi del sapere». Critica la smentita del premier da Pechino («cambiando il fuso orario si può anche cambiare idea, e in questo caso è un bene che sia avvenuto»). Il leader del Pd si chiede perché «un’alta carica istituzionale si può permettere sistematicamente di negare ciò che è evidente, ciò che per giorni le tv hanno ritrasmesso sbugiardando l’ennesima smentita?»
Crisi mutui. «Perché – continua Veltroni – si sente autorizzato, nel pieno della tempesta finanziaria, a invitare i cittadini a comprare le azioni di questa o quella azienda? Perché può arrivare ad annunciare una decisione non presa come quella della chiusura dei mercati, facendosi smentire persino dalla Casa Bianca? Se l’avessero fatto Gordon Brown o Angela Merkel sarebbe successa una catastrofe. Siccome nel mondo sanno chi è, non è successo niente».
Scuolea – «Il Governo – ha detto – ritiri o sospenda il decreto attualmente in discussione in Parlamento, modifichi con la Legge Finanziaria le scelte di bilancio fatte col decreto e avvii subito un confronto con tutti i soggetti interessati, giovani studenti, famiglie, docenti. Fissando un tempo al termine del quale è legittimo che le decisioni siano prese».
Pronta la risposta di Berlusconi. La manifestazione del Pd «è interna corporis, per uso interno alla sinistra e per le loro divisioni: non ci sarà nessun cambiamento nell’azione del governo». Il presidente del Consiglio attacca durante una conferenza stampa a Pechino: «Un’opposizione che vuole fare qualcosa per il Paese avrebbe dovuto unirsi a noi, votare provvedimenti per l’utilità comune. Ma questo non è possibile».
«Si illustrano da soli, scendono in piazza ora che dovremmo essere uniti», è l’affondo del Cavaliere. «Io invidio i socialdemocratici di altri paesi, mentre i nostri questi sono e con questi dobbiamo fare i conti». E nonostante la manifestazione «non ci sarà nessun cambiamento nell’azione del governo e della maggioranza», garantisce Berlusconi. Ai leader del centrosinistra, che ricordano a Berlusconi di essere sceso in piazza il 2 dicembre 2006 nella manifestazione contro il governo di piazza San Giovanni, il premier ribatte: «Noi andammo sulla piazza per la prima ed unica volta, perchè eravamo disperati, per dire al governo che era insostenibile la pressione fiscale». Poi l’affondo: «Dovrà passare una generazione prima di avere una sinistra democratica da noi».
Ma anche all’interno del Pd si levano voci contrarie alla manifestazione. Massimo Cacciari, sindaco di Venezia è tranchant sul corteo, ma soprattutto sul leader del suo Partito: «Cerco di portare a termine il mio mandato e lasciare la scena ai demagoghi, a coloro che hanno la vocazione a guidare il popolo: ai Veltroni e ai Berlusconi, a destra e sinistra», dichiara infatti intervenendo ad Omnibus in onda su La7. «Della manifestazione non me ne frega niente. Non mi preoccupa – tuona Cacciari – la manifestazione, ma che il governo ombra non abbia prodotto assolutamente nulla» «Mi augurerei – continua il primo cittadino – che il Pd mi dicesse come si intende organizzare e cosa dice su scuola, crisi finanziaria e Alitalia».