Fa discutere nel Partito Democratico la dura presa di posizione di Arturo Parisi nei confronti del segretario Walter Veltroni. «Sembra Totò quando lo schiaffeggiano – ha affermato l’ex ministro nell’intervista al "Corriere della Sera" – pensa che le sberle degli elettori siano per Prodi. La verità è che chi perde dovrebbe andare via senza tragedie».
LA REAZIONE – Veltroni, dal canto suo, preferisce non replicare direttamente a Parisi: «Nessuna riposta. Non mi sorprende l’intervista». «Credo – aggiunge l’ex sindaco – che in cinque-sei mesi di lavoro, considerando la condizione molto difficile dalla quale ci siamo trovati a partire, abbiamo fatto moltissimo. Il gruppo dirigente del Pd dovrebbe rendersi conto che oggi c’è una grande forza, che non c’è mai stata e che è paragonabile, se non superiore, ad altre forze europee». Veltroni, infine, rimarca che nei prossimi mesi «creeremo le condizioni perché quando si tornerà a votare, e non so quando, visto il modo in cui il governo si comporta, credo che potremo avere i risultati che ci aspettiamo».
FOLLINI E MONACO – Marco Follini sta con il segretario. «Che ci siano delle difficoltà ce lo dicono gli elettori. Non credo però che la risposta giusta alle difficoltà che siamo chiamati ad affrontare consista nel rito tribale di decapitare il segretario. La linea del Pd l’abbiamo decisa tutti insieme, farne carico solo Veltroni non mi pare equo». Opinione opposta quella di Franco Monaco, secondo il quale Veltroni dovrebbe apprezzare la schiettezza della critica di Parisi. «Davvero un politico atipico Parisi – ha dichiarato l’esponente ulivista – quelle da lui affidate al Corsera sono parole di verità in un mare di ipocrisia e nella palude dei tatticismi. Parole di verità sulla sconfitta, sulla rimozione di essa, sulla violazione delle regole e sulle pratiche spartitorie nel Pd, sull’inadeguatezza di un approccio leggero, retorico, sincretista in un tempo di ferro come il nostro, sull’esigenza di un pensiero serio o semplicemente di un pensiero». «Parole di verità – prosegue Monaco – di un leale avversario interno che si distingue dai capi tribù che fanno il verso a Veltroni con il retropensiero di condizionarlo e logorarlo».
