Prima di lui Liu Qim, presidente del Comitato Organizzatore delle Olimpiadi (Bocog), aveva detto che i Giochi «dimostrano la fiducia del mondo nella Cina». E se l’appuntamento con le Olimpiadi è adesso a Londra 2012, per quelle che si sono appena concluse è già tempo di bilanci.
Il primato degli ori conquistati va alla Cina, che con precisione quasi chirurgica ha chiuso i giochi portando sul podio 100 atleti: 51 ori, 21 argenti e 28 bronzi: «La missione è compiuta», dice Liu Peng, capo della delegazione che ha schierato 639 atleti. Il primato nel medagliere è netto. Lontani gli Stati Uniti con i loro 36 ori. Gli Usa mantengono però la supremazia dei podi, 110 (38 gli argenti e 36 i bronzi conquistati).
Nella hit parade olimpica la Russia è terza davanti a Gran Bretagna e Germania. L’Italia è nona con 28 medaglie davanti alla Francia (per la prima volta dopo 24 anni) che nel totale arriva a 40. Sono 87 le nazioni che hanno preso medaglia. La Spagna è 14/a con 5 ori conquistati, alle spalle della sorprendente Giamaica di Bolt (6 ori).
Petrucci: siamo nel G10 dello sport mondiale. L’Italia chiude i Giochi con 8 ori, 10 argenti e 10 bronzi, e Giovanni Petrucci, presidente del Coni, esulta per il sorpasso sportivo azzurro nei confronti della Francia. «Dovevano essere Olimpiadi difficili, e si sono dimostrate tali – ha detto Petrucci nella conferenza di fine spedizione – Ma erano ventiquattro anni che non superavamo la Francia. Non era facile rimanere tra i primi paesi nel mondo nello sport – ha aggiunto – e invece se nell’economia siamo quaranteseisimi su centoventisei, qui su duecentoquattro siamo noni: c’è soddisfazione. Il nostro marchio evidentemente tira».
Rogge: Giochi puliti e organizzazione impeccabile. «Olimpiadi pulite e organizzazione impeccabile». Jacques Rogge, presidente del Comitato Olimpico Internazionale, esprime «grande soddisfazione» e traccia un bilancio positivo dei Giochi di Pechino. Il presidente ha ricordato i 43 record del mondo registrati durante questa edizione delle Olimpiadi e l’incremento «fra il 20 e il 30%» dell’audience tv in quasi tutti i paesi. «Questo è un dato molto importante per noi», ha detto. Fra le note stonate, la restrizione nell’accesso ad internet per i media internazionali: il belga ha ammesso che la situazione «non è stata perfetta» da questo punto di vista, «ma è migliorata rispetto a com’era prima dei Giochi». Rogge ha anche definito «inconsueto» il fatto che siano state respinte tutte le 77 domande presentate per manifestare nelle zone autorizzate dalle autorità. «Ma il Cio non è un’organizzazione sovrana e deve rispettare le leggi cinesi», ha sottolineato. Nessun commento sulla situazione riguardante i diritti umani.
Il mondo ha imparato qualcosa sulla Cina. «Attraverso questi Giochi – ha aggiunto poi Rogge – il mondo ha imparato qualcosa sulla Cina e la Cina ha imparato qualcosa sul mondo. Cari atleti – ha continuato – voi ci avete mostrato cosa sia lo spirito olimpico, che vive nell’abbraccio di atleti di Paesi rivali». Il presidente del Cio ha quindi dichiarato chiusi i Giochi di Pechino, invitando «i giovani del mondo a riunirsi fra quattro anni a Londra».