Pedofilia: Usa chiedono di vedere nelle carte interne del Vaticano

AFP) CHICAGO 10 -AFP) – CHICAGO, 10 MAG – Per la prima volta il Vaticano dovra' produrre dei documenti interni davanti alla giustizia americana, che cerca di valutare la sua qualita' di ''datore di lavoro'' nella vicenda di un prete accusato di pedofilia in Oregon. Un tribunale civile americano ha per la prima volta deciso di citare la Santa sede come testimone in questa vicenda, che risale al 1965. ''E' una decisione storica e monumentale'', dichiara Jeff Anderson, avvocato della vittima, all'epoca dei fatti un quindicenne, che accusa un prete irlandese, il reverendo Andrew Ronan – deceduto nel 1992 – di averlo molestato a Portland, nell'Oregon. In precedenza il sacerdote era gia' stato coinvolto in episodi analoghi in Irlanda e a Chicago. ''Questo cambia veramente il paesaggio giuridico'', spiega Anderson. ''Una breccia e' stata aperta: il Vaticano potra' essere ritenuto responsabile e dovra' rendere conto come mai prima''. La vittima accusa il Vaticano di non aver ridotto il sacerdote allo stato laicale o comunque di non averlo punito e allontanato in seguito ai primi abusi. Un primo giudice incaricato della questione aveva ritenuto che la Santa Sede poteva essere perseguita come ''datore di lavoro'' nel trasferimento del sacerdote. Il Vaticano aveva quindi fatto ricorso alla Corte Suprema. Nel giugno scorso, quest'ultima aveva pero' deciso di non pronunciarsi, lasciando le valutazioni ai singoli tribunali ma non riconoscendo l'immunita' diplomatica del Vaticano. E citando ora la Santa Sede come testimone in un eventuale processo, un giudice americano entra per la prima volta in questo varco aperto dalla Corte Suprema. Il giudice Michael Mosman, dell'Oregon, ha chiesto alla Santa Sede di produrre da qui al 20 giugno un certo numero di informazioni sulle regole interne alla Chiesa, relative alla gestione dei sacerdoti, la loro nomina, le loro responsabilita' e anche lo loro scomunica in caso di denunce per aggressioni sessuali. La Chiesa, comunque, continuera' a battersi sulla questione, dal momento che, a suo avviso, pur se il Papa esercita una gerarchia spirituale sui sacerdoti in tutto il mondo, egli non puo' in alcun modo essere considerato come loro datore di lavoro. (ANSA-AFP).

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