Yeude Simon, primo ministro del governo peruviano, si è dimesso irrevocabilmente e fa precipitare il paese in una crisi pesantissima. La ragione del gesto sono gli scontri sanguinosi di un mese fa tra militari e indigeni che provocarono la morte di 24 agenti e dieci civili, un massacro conseguenza della tensione in una zona amazzonica contesa tra gli abitanti e grandi compagnie multinazionali, difese dal governo di Lima, che vogliono attuare programmi di sviluppo economico su terre abitate da indigeni.
La contesa si inserisce in questioni territoriali delicate che hanno provocato furibondi scontri diplomatici con la Bolivia del presidente-contadino Evo-Morales. Il ruolo di Simon è stato assunto provvisoriamente dal presidente della Repubblica Alan Garcia, che promette di ristrutturare il Governo. Ma i problemi sono ben altri.