L’aumento delle pressioni da parte delle navi militari della Nato e l’insofferenza, quando non l’aperta ostilità, da parte degli anziani e degli sceicchi religiosi locali, stanno convincendo i pirati somali del Puntland a smetterla di infestare i mari al largo delle coste somale, a quando scrive il New York Times.
Lo ha detto perfino il famigerato Abshir Boyah, che si vanta di aver sequestrato 25 navi ed è membro di una segreta organizzazione di pirati chiamata ”La Corporazione”. ”E’ giunto il tempo di mettersi d’accordo”, ha dichiarato, ”ma a certe condizioni”.
I boss dei pirati sono pronti a cessare la loro attività se gli sceicchi troveranno lavoro per i loro giovani adepti e aiuteranno i corsari a formare una guardia costiera per proteggere le migliaia di km di coste somale dalla pesca illegale e dalla discarica dei rifiuti. Trattative sono in corso, scvrive il Times.
I corsari devono anche tener conto delle milizie anti-pirati che si stanno formando tra le popolazioni, senza contare i clerici che nelle moschee li vogliono cacciare, li scomunicano e che dicono alle donne di non sposare questi ”burcad badeed” (banditi del mare) perche’ si sono posti al di fuori dei precetti islamici.
I bucanieri hanno inorridito gli sceicchi, i clerici e le popolazioni introducendo a terra flagelli occidentali come la droga, l’alcol, l’Aids e le risse stradali risolte a coltellate.
Poche settimane fa, la polizia del Puntland ha sbaragliato una banda di pirati che distillava alcolici sequestrando e distruggendo 327 bottiglie di gin, una quantita’ mai ritrovata prima nella regione, dove l’alcol e’ severamente proibito come in tutti i Paesi musulmani
Per tutti ha parlato il nuovo presidente del Puntland, Abdirahman Mohamed Mohamus, il quale senza tanti giri di parole ha detto che i pirati ”saranno annientati”.
Secondo le associazioni marittime internazionali, negli ultimi 18 mesi i pirati somali hanno abbordato e sequestrato dozzine di navi, incassando riscatti per oltre 100 milioni di dollari.