Risse e litigi in politica, si sa, sono all’ordine del giorno, ma bisogna stare attenti alle parole. Competizione accettata nelle disquisizioni tra esponenti di schieramenti opposti, però la Cassazione boccia le ingiurie. Non si può dare del “cretino” ad una persona e pretendere che ciò non abbia rilevanza penale.
La quinta Sezione Penale non ha accolto il ricorso di un consigliere comunale della provincia di Taormina, che aveva inveito contro i comportamenti di un rivale dandogli del “cretino”, e ha confermato la condanna del Tribunale di Messina nel 2008 per ingiuria.