Tiziano Scarpa vince il 63° Premio Strega con il suo “Stabat Mater” (Einaudi). Ha ricevuto 119 voti. Secondo, a un solo punto di distacco, Antonio Scurati (Bompiani) con “Il bambino che sognava la fine del mondo”. Terzo posto a sorpresa a Massimo Lugli, inviato di Repubblica e grande cronista di nera con “L’istinto del lupo” che ha ricevuto 58 voti. Più staccati Cesarina Vighy (Fazi), “L’ultima estate” e Andrea Vitalia con “Almeno il cappello”.
“Stabat Mater” è una lunga lettera alla madre di una sedicenne, Cecilia, abbandonata nell’Ospedale della Pietà di Venezia da bambina, dove ha imparato a suonare il violino senza passione, in chiesa, dietro una grata che protegge le giovani dagli sguardi dei fedeli. La musica per lei è una sorta di rito abitudinario, finchè arriva un giovane insegnante di violino e compositore, un prete dai capelli rossi e il naso grosso, Antonio Vivaldi.
E’ lui a portare un po’ di luce a Cecilia, che scioglie il proprio profondo dolore nella scrittura che pratica di nascosto, la notte, cercando di capire cosa sia una madre, che non ha mai avuto. Scrive una lettera senza un vero destinatario, un monologare, più che un dialogo, che resta sempre sospeso, che non ha possibili risposte.
«Sono rimasto sopraffatto dalla capacità di Scarpa di sentire una solitudine così lontana e di avercela restituita con tanta forza e pietà», ha scritto Niccolò Ammaniti di questo libro.
«Alzo il bicchiere brindando a Giulio Einaudi. Mi piacerebbe che fosse qui perchè ha creduto tanto nel mio primo libro», ha detto Tiziano Scarpa festeggiando la vittoria.
Scarpa, saggista veneziano, autore teatrale e anche attore per un minuto nel film di Monicelli ‘Le rose del deserto’, ha voluto dedicare il premio a «Lucia, la mia compagna che quando ha letto la prima volta il libro mi ha detto che era troppo pomposo ed io l’ho riscritto».
