"Io so che le camere a gas sono esistite almeno per disinfettare, ma non so dire se abbiano fatto morti oppure no, perché non ho approfondito la questione". Sono parole shock quelle pronunciate, in un'intervista alla Tribuna di Treviso, da don Floriano Abrahamowicz, capo della comunità lefebvriani del Nordest. Le dichiarazioni del religioso – che rifiuta però di definirsi antisemita – riaccendono la polemica sul negazionismo nonostante il mea culpa pronunciato dal leader del movimento tradizionalista Bernard Fellay addolorato dalle parole del vescovo Williamson.
Salta l'incontro cattolici-ebrei. Le acque che le parole del Papa hanno tentato di placare, ritornano a farsi agitate. In segno di protesta per la riammissione nella Chiesa del vescovo negazionista, il rabbinato capo di Israele ha cancellato l'incontro con funzionari cattolici previsto a Roma per il prossimo marzo.
"Servono scuse pubbliche". Oded Wiener, direttore generale del grande rabbinato, ha spiegato di aver scritto una lettera al cardinale Walter Casper, presidente della commissione vaticana che cura i rapporti col mondo ebraico, nella quale si lamenta che la chiesa Cattolica ha reintegrato il vescovo ordinato dall'arcivescovo anticonciliare Marcel Lefebvre, senza aver ottenuto dal prelato pubbliche scuse. Wiener ribadisce comunque l'apprezzamento per le parole di ieri del Papa – "Ebrei, vittime innocenti di un cieco odio razziale e religisoso" – e per quanto riguarda la partecipazione all'incontro di marzo non chiude definitivamente tutte le porte: "Aspettiamo la risposta del Vaticano".
Don Floriano e il genocidio. Ma le parole di don Floriano Abrahamowicz non aiutano di certo il dialogo. Smentendo Benedetto XVI che nell'udienza generale di ieri ha ricordato la Shoah e "l'eccidio efferato di milioni di persone", il religioso trevigiano mette in dubbio il genocidio di sei milioni di ebrei: "I numeri – spiega il religioso – derivano da quello che il capo della comunità ebraica tedesca disse agli angloamericani subito dopo la liberazione. Nella foga ha sparato un cifra. Ma come poteva sapere?"
E le camere a gas? "Sono esistite almeno per disinfettare, ma non so dire se abbiano fatto morti oppure no". Il sacerdote della Fraternità San Pio X rilancia le tesi negazioniste del vescovo Richard Williamson convinto che "nessun ebreo è stato ucciso nelle camere a gas", e che hanno ragione i revisionisti quando calcolano che le vittime della Shoah non superano "i 200-300 mila".
"Non sono antisemita". Ma rifiuta la definizione di "antisemita" don Floriano – "Io stesso ho, da parte paterna, origini ebraiche" – e difende il vescovo Williamson riabilitato dopo la scomunica del 1988: "Tutta la polemica sulle sue esternazioni, è solo una grande strumentalizzazione".
