«Indietro non si torna. Il Pd resterà un partito aperto basato su iscritti e elettori e sulle primarie». Lo ha detto questa sera il segretario
nazionale del Pd, Dario Franceschini, parlando alla festa regionale del Pd in corso a Suzzara (Mantova). Il modello del nuovo partito che uscirà dal congresso per il candidato Franceschini “resterà l’attuale”. «Abbiamo bisogno degli iscritti ha detto – e degli elettori per allargare la base
del partito. Oggi la politica non si fa con gli strumenti di 40 anni fa perché è cambiata la società: oggi c’é la rete e ci sono i comitati di cittadini che si aggregano attorno ad un problema. Non possiamo rinunciare a questa forza. E quando avremo finito il congresso tutti parleremo una sola voce all’esterno, in Parlamento e tra la gente».
Parlando del perché si sia candidato a succedere a se stesso Franceschini ha ricordato due motivi: «Il primo, pensavo che dopo di me si potesse lasciare il partito in mano alle giovani generazioni, ma mi sono accorto che non era così; il secondo, non volevo che avesse ragione Berlusconi quando salutò la mia elezione dandomi dell’ottavo leader del centrosinistra che presto avrebbe lasciato il posto al nono. E per non dare ragione a lui ha voluto che non fossero 5-6 capi ma gli elettori a scegliere il nuovo segretario del Pd».