Anche le prostitute alzano la voce sull’inchiesta di Bari, che, insieme a Berlusconi, coinvolge anche alcune escort o presunte tali. Il Comitato per i diritti civili delle prostitute chiede ai giornali di non pubblicare i nomi delle escort e invoca libertà di prostituzione e diritto alla privacy.
«È inaudito che delle ragazze che non hanno commesso alcun reato – ha detto stamani Pia Covre, una delle fondatrici del comitato – vengano messe alla berlina pubblicando i loro nomi sui giornali».
«Siano esse escort o meno – ha aggiunto – hanno diritto a veder tutelata la loro privacy. Su di loro non pende alcuna accusa, ma non c’è stata la minima remora a svelare la loro identità . Se qualcuno vuole fare degli scandali – ha affermato Pia Covre – si occupi dei nomi illustri, che in quanto uomini con cariche pubbliche, debbono eventualmente rispondere dei loro comportamenti».
«Queste ragazze sono finite casualmente nell’inchiesta e meritano rispetto». «Siamo indignate – ha concluso – Se ci fosse un albo delle praticanti sarebbe tutto diverso e sono certa ci sarebbero state remore ben più importanti a divulgare nomi e cognomi delle persone coinvolte. Invece siamo puttane e non abbiamo diritto a nulla».
