Prosciutti infestati dai parassiti, formaggi ammuffiti, poi trattati e rimessi sul mercato, tonno scaduto, prodotti ittici avariati: i carabinieri dei Nas hanno evitato che almeno una parte di tutto questo arrivasse pronto e servito sulle tavole degli italiani. Sono oltre 34 milioni i chili di prodotti alimentari sequestrati per un valore complessivo di circa 160 milioni di euro.
L’appetito scompare dopo i risultati sconcertanti delle ispezioni nei magazzini e nei mercati della penisola, la qualità di ciò che arriva nei frigoriferi delle famiglie non c’è e la situazione è degenerata negli ultimi due anni. I sequestri sono aumentati del 142% rispetto al 2007, un vero boom nel settore agroalimentare.
L”Ispettorato per il controllo della qualità dei prodotti non fornisce numeri migliori, solo nel settore vitivinicolo sono stati registrate bevande pronte a distruggere il palato di cultori del buon vino e non per un mercato che frutta 172 milioni di euro.
Il VI Rapporto sulla sicurezza alimentare di Legambiente e Movimento difesa del cittadino (Mdc) apre uno scenario nefasto per quanto riguarda la sicurezza dei cibi. Nel 2008 sono state oltre 28mila le ispezioni da parte dei Nas, 37mila da parte dell’Icq, ben 157mila nel settore ittico a cura delle Capitanerie di Porto. Nonostante i controlli, il vino al cloro, il riso alla melamina trovato a Ravenna, il pesce topo spacciato a Bari per cuoricini di merluzzo, l’olio d’oliva contraffatto continuano ad arrivare nei supermercati.
La promozione del made in Italy e dei prodotti d.o.p. deve concorrere con il nemico “falso e cattivo”, dai mari e dalle frontiere spesso passa la qualità del cibo che arriva in tavola: l’ Agenzia delle dogane che «ogni anno si confronta con ben 13 milioni di tonnellate di prodotti agroalimentari importati, per un valore di circa 8 miliardi di euro, con 53mila controlli solo per la merce alimentare».
