Pubblica amministrazione/ Brunetta minaccia: “Se bocciate la mia riforma me ne vado”

«O passa la riforma entro 60 giorni o me ne vado». La minaccia è di Renato Brunetta che avverte la sua stessa maggioranza. Il ministro della Pubblica amministrazione non tollererà imboscate nell’iter di approvazione del decreto legislativo che arriverà domani, 12 maggio, all’esame delle Camere. In attesa che il testo torni al Consiglio dei ministri per l’approvazione definitiva, Brunetta difende, durante il convegno inaugurale del Forum Pa di Roma, le norme della sua riforma.

Oltre a suonare come avvertimento per i parlamentari del centrodestra, il monito del ministro è rivolto anche a non specificati “poteri forti”, accusati di voler boicottare una Pubblica amministrazione più moderna. Nel mirino anche la Cgil, considerata una forza conservatrice perché non promuoverebbe né il principio del merito né una contrattazione collettiva più leggera. Proprio il sistema di concertazione finora praticato nel pubblico impiego sarebbe alla base del malfunzionamento della burocrazia italiana.

«La mia rivoluzione ha l’appoggio degli italiani», sostiene Brunetta, che però dimentica le forti critiche mosse da tutte le forze sindacali ad alcune importanti parti del decreto. Fra le questioni più spinose che rimangono poco chiare, c’è sicuramente l’introduzione di un sistema di valutazione, anno per anno, delle amministrazioni e del loro personale. E se gli standard di efficienza non verranno rispettati, ci sarà la possibilità per gli utenti di ricorrere a un giudice per far valere i propri interessi. Altro punto dibattuto è l’arrivo di percentuali incentivanti la produttività e la qualità del lavoro dei dipendenti pubblici. L’unica novità che al momento mette tutti d’accordo è l’informatizzazione della Pa: in futuro dovrebbe esserci l’opportunità di interagire con gli enti pubblici direttamente dal proprio computer. Così come, sempre in via telematica, dovrebbe diventare possibile consultare i risultati raggiunti da ogni amministrazione.

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