Sono stati assegnati a New York i premi Pulitzer del 2009. Nelle tre categorie più ambite – fiction, teatro e non fiction – hanno vinto rispettivamente Elizabeth Strout per “Olive Kitteridge”, Lynne Nottage per “Ruined” e Douglas A. Blackmon per “Slavery by Another Name”. Per il giornalismo, nell’anno in cui la competizione era aperta anche alle testate on line, c’è stata la grande affermazione del New York Times che è stato premiato 5 volte, anche se il riconoscimento più importante è andato al Las Vegas Sun.
Per la fotografia è stato premiato Patrick Farrell del quotidiano “Miami Herald”. Nel 2008 ha realizzato un servizio che documenta la terribile distruzione provocata dal passaggio dell’uragano “Ike”, abbattutosi su Haiti. Le vittime furono 800 e un milione di persone rimase senza casa.
Elizabeth Strout, 53 anni di Portland nel Maine, vive a New York dove i suoi racconti sono apparsi sul “New Yorker” e sulla rivista “O”. La storia di una insegnante in pensione in una provincia abitata da gente sola e disperata continua la grande tradizione del racconto dell’America profonda e le vale il prestigioso accostamento con autori del calibro di Hemingway, Steinbeck, Toni Morrison.
Il premio Pulitzer, assegnato ogni anno in aprile per ognuna delle 21 categorie considerate, è stato istituito nel 1917 per volontà del giornalista e magnate di origine ungherese Joseph Pulitzer (1847-1911) che, alla sua morte, lasciò i soldi alla Columbia University.